In questo nuovo post parleremo di tesi di laurea.
La laurea è un momento agognato nella vita di uno studente universitario: si chiude una porta e se ne aprono molte di nuove, spalancate su un futuro dai tratti più o meno certi. Per darti una mano a gestire ansie e incertezze varie, ho deciso di preparare per te dei consigli che ti aiuteranno a organizzare, strutturare e argomentare le informazioni in modo da affrontare il momento della stesura con maggiore consapevolezza.

Ti dimostrerò l’importanza delle fasi iniziali, ossia del lavoro di ricerca delle fonti e dell’organizzazione del contenuto: se ambisci al massimo del punteggio, ricordarti che l’improvvisazione e la scarsa organizzazione non ti saranno di nessun aiuto; al contrario, armati di una buona dose di costanza, precisione e maturità intellettuale. E se pensi di avere ancora le idee confuse, continua a leggere, ti aiuterò a rendere più amena la strada verso la discussione!

UNDICI PASSI VERSO LA STESURA DELLA TESI DI LAUREA

  1. Scegli bene il tuo relatore e la lingua in cui vorrai cimentarti.

Io ho avuto la stessa relatrice sia per la triennale che per la magistrale. Quando è arrivato il momento di pensare alla tesi per la magistrale, ho cercato un’alternativa, ma nessuno dei docenti papabili mi convinceva davvero. Poi, il destino ha scelto per me. Infatti, mentre aspettavo di entrare a colloquio da un docente per chiedergli di poter fare la tesi con lui, è passata lei, la mia prima relatrice; mi ha riconosciuta e mi ha chiesto se stessi aspettando di parlare con lei. Ho preso la palla al balzo e sono entrata nel suo ufficio; non avevo un’idea precisa, è stata lei a farmi una proposta, ma l’argomento era interessante e stimolante, per cui ho deciso di accettare. Inoltre, conoscevo benissimo il suo metodo di lavoro, sapevo di essermi già trovata bene in precedenza con lei e proprio per tutti questi motivi sono entrata in quell’ufficio una seconda volta senza guardarmi indietro né pentirmi della scelta fatta.

Se un docente ti ispira e vorresti scrivere una tesi nel suo settore di specializzazione, prima di accettare a scatola chiusa una proposta, cerca di capire come lavora, qual è il suo grado di disponibilità e, soprattutto, quante tesi sta già seguendo, così da farti un’idea del tempo che effettivamente potrebbe dedicare al tuo elaborato. Certo, se tutti lo vogliono e tutti lo cercano, un motivo ci sarà, ma tutta questa popolarità si concretizza in tempi di attesa più lunghi, file interminabili per un colloquio e tante altre amenità. Prima di fare la tua scelta definitiva, dunque, valuta ogni singolo aspetto e non trascurare nulla.

Altrettanto importante è la scelta della lingua in cui deciderai di scrivere la tesi. Io ho studiato francese e spagnolo all’università, ma ho sempre considerato lo spagnolo la mia prima lingua di studio e per questo motivo non ho mai avuto dubbi su quale sarebbe stata la lingua della mia tesi; aggiungici pure che i miei docenti di francese non erano proprio l’emblema della disponibilità e dell’empatia (alcuni ci terrorizzavano con le loro manie e angherie e crudeltà da puristi della lingua) e il gioco è fatto. Se senti una particolare inclinazione per una lingua piuttosto che per un’altra o per un tema piuttosto che per un altro, dovresti darti ascolto.

  1. Non prenderti all’ultimo minuto e cura ogni dettaglio.

Scrivere una tesi di laurea richiede tempo e impegno: se davvero ci tieni a fare bella figura e a presentare un lavoro accettabile e ben approfondito, non puoi certo pensare di riuscirci in qualche settimana. Organizza, dunque, il tuo tempo e cerca di mantenere un ritmo di lavoro costante. Inizia a riflettere sull’argomento della tesi con largo anticipo: soprattutto se di tesi magistrale si tratta, il tempo da dedicare al tuo lavoro finale è davvero ridotto e per questo è fondamentale che tu abbia le idee abbastanza chiare da molto prima della fine degli esami, per darti la possibilità di costruire un solido background di conoscenze ed evitare di laurearti troppo fuori corso. Non sottovalutare le fasi preparatorie e ricorda che il tempo è tiranno e fa davvero ciò che vuole.

Per gestire al meglio le tempistiche e non trovarti a ritornare più volte sulla stessa cosa, ti consiglio di scrivere la bibliografia mentre sei impegnato nella stesura del corpo della tesi; così facendo, eviterai di trovarti alla fine del lavoro con una lista infinita di articoli, libri e manuali da citare in rigoroso ordine alfabetico. Lo stesso vale per l’indice. É ovvio che non puoi sapere l’esatto numero della pagina in cui inizierà quel dato capitolo, ma conosci già i titoli dei paragrafi e dei capitoli e questo significa che lo scheletro dell’indice è pressoché già sistemato: alla fine dovrai soltanto precisare i numeri di pagina corrispondenti e non ci dovrai pensare più.

Per quanto riguarda l’introduzione, scrivila a stesura ultimata in modo da avere un’immagine più completa dell’elaborato stesso e del suo sviluppo. Ricorda che devi introdurre il tema scelto e specificare l’argomento che verrà trattato in ogni singolo capitolo.

La conclusione, invece, serve per tirare le somme dell’argomentazione in cui ti sei cimentato. Occhio, dunque, a non ripetere l’introduzione, devi fornire qualche precisazione finale e presentare eventuali  nuovi spunti di riflessione, magari andando a toccare punti che nel resto dell’elaborato sono stati solo sfiorati, così da chiudere definitivamente il cerchio.

Non sottovalutare la precisione formale, ma non dimenticare che anche il contenuto vuole la sua parte. Stai scrivendo una tesi e non un riassunto: abituati ad esplicitare e a mettere nero su bianco ogni singolo passaggio del ragionamento che stai portando avanti.

Un’ultima cosa: vorresti tanto azzardare un’argomentazione, un confronto o citare un fatto storico di cui, però, non sei abbastanza sicuro? Lascia perdere: ricorda che devi dare atto di ogni singola riga dell’elaborato, io eviterei di buttarci dentro informazioni poco precise o, addirittura, generiche e raffazzonate.

  1. Leggi molto e raccogli tutto il materiale possibile.

Spulcia in biblioteca, cerca in Internet, fatti consigliare testi dal tuo relatore. Durante la lettura prendi appunti, annota spunti e copia citazioni indicando la pagina del libro da cui la hai estratta; tutti questi passaggi ti aiuteranno ad ottimizzare i tempi e a dare una prima forma ai futuri contenuti e quando sarà giunto il momento di scrivere, tutto questo (in)sano scribacchiare e annotare ti permetterà di passare dal via più velocemente e senza troppa paura della pagina bianca. Soprattutto, potrai evitare di riempire i libri di così tanti segnalibri di colori diversi da avere bisogno di una legenda per ricordarti cosa indichino le pagine contrassegnate da un post-it giallo e cosa quelle contrassegnate da uno rosso.

  1. Verifica sempre la qualità delle fonti che intendi consultare. 

A proposito di fonti, mi sento sempre in dovere di ricordarti che in Internet puoi trovare molto aiuto, ma non sempre quella che hai di fronte è verità assoluta. Impara, pertanto, a valutare l’autorevolezza delle pagine e dei siti che consulti: sì ad atti di congressi, ad articoli scritti da riviste del settore; no a siti generalisti e qualunquisti o a pagine poco serie.

Nessuno ti vieta di consultare Wikipedia per una rapida ricerca o per toglierti velocemente un dubbio, ma non puoi certo pensare di costruire una tesi leggendo i riassunti di Studenti.it.

  1. Attieniti alle linee guida del docente. 

Quando si parla di impaginazione e stesura è risaputo che ogni docente ha le sue paturnie e le sue preferenze; per questo, prima di metterti a scrivere duecento pagine e fare tutto di testa tua, accordati direttamente con il tuo relatore per stabilire sin dai primissimi momenti le norme da seguire. Chiarire subito questo aspetto ti permetterà di avere tutto sotto controllo e di poter lavorare dal principio seguendo le giuste indicazioni. A me non è mai successo, ma non credo sia piacevole a tesi ultimata dover rivedere tutta l’impaginazione -note a piè di pagina, indice e bibliografia compresi- perché non in linea con le volontà di colui che supervisiona il tuo lavoro.

  1. Prendere spunto da tesi o articoli altrui non significa copiare.

Esiste una cosa chiamata bibliografa, esiste la possibilità di inserire note all’interno del testo o a piè di pagina per poter arricchire il tuo lavoro e far sostenere la tua tesi dagli elefanti del settore; copiare di sana pianta, invece, non è previsto ed è pure assai meschino.

Puoi trarre ispirazione da un ragionamento altrui, ma non puoi farti padrone di un lavoro che non ha la tua firma.

Siamo nel 2020 e strumenti per scovare i furbetti della tesi non mancano; per cui, se vuoi inserire in un capitolo il pensiero di qualcuno ma non vuoi fare una vera e propria citazione, fatti almeno un po’ furbo e scegli di parafrasare il contenuto in questione, riportandone gli estremi bibliografici in una esaustiva nota a piè di pagina.

  1. Salva copie ovunque. 

Ebbene sì, mi è capitato di perdere le modifiche di un’intera mattinata di lavoro per un arresto improvviso del PC e mi sono letteralmente messa le mani nei capelli. Non dimenticare di salvare una copia della tesi nel PC ma anche in un numero infinito di chiavette, in tutti i Dropbox del web e di inviarti pure una mail con allegata la tesi costantemente aggiornata. Se proprio vuoi evitare ogni disgrazia, puoi sempre inviare una copia della tua fatica a qualche parente o amico che ha voglia di farsi intasare la casella di posta.

  1. Sii costante nella consegna delle parti da correggere al relatore.

 Il relatore è una persona che ogni tanto esce dal suo tugurio per respirare aria, interagire con altri esseri umani e mangiare e dormire: non puoi pretendere che in un fine settimana corregga 80 pagine della tua tesi tutte in un colpo. Ti consiglio, pertanto, di consegnare con costanza il materiale per la correzione in modo da avere poi il giusto tempo per rivedere e sistemare e apportare gli aggiustamenti necessari. A parer mio, la cosa migliore da fare è consegnare al tuo relatore ogni singolo capitolo.

  1. Se non sei sicuro dell’argomento scelto, fermati subito. 

Non aspettare di aver scritto due capitoli e mezzo prima di renderti conto che il tema scelto ti fa orrore e non è per niente stimolante per il tuo intelletto, rischi solo di sprecare minuti ed ore preziosissimi e di dover buttare via un lavoro già avviato verso la conclusione. Se davvero l’argomento scelto non ti appartiene e non ti si addice, lascia perdere il prima possibile.

Allo stesso modo, se il relatore scelto non ti segue abbastanza, non ti ascolta, non risponde mai alle mail e tu, invece, vorresti avere la certezza di avere qualcuno di più competente di te in materia pronto ad aiutarti, fai un passo indietro e cerca di rimediare il prima possibile.

  1. Prima delle discussione, parla col relatore.

Potrebbe darti informazioni decisamente importanti per sopravvivere più che dignitosamente al fatidico giorno. Chiedi che tipo di presentazione vuole, come verranno strutturate eventuali domande, ecc. Cerca di avere tutto sotto controllo e ricorda che la tesi la hai scritta tu, per cui dovresti avere sufficiente padronanza della materia: farsi prendere dall’ansia da prestazione e dalla paura dell’ignoto è più che lecito, ma cerca di rimanere lucido anche quando vedi solo nebbia davanti e attorno e dietro di te.

Per quanto riguarda un eventuale discorso di presentazione, strutturalo in modo che tutta la commissione possa capire l’argomento della tua tesi ed individuarne gli sviluppi principali. Tu ne conosci ogni piega, ma gli altri no. Piuttosto che impararlo a memoria, prova ad acquisire la giusta scioltezza, in modo da non risultare un pappagallo che parla senza praticamente pensare; se la cosa ti spaventa, esercitati davanti ad uno specchio e ripetendo il discorso più e più volte immaginando una platea di uditori davanti a te; lo so che è un vecchio trucco, ma funziona sempre!

  1. Prima di consegnare alle stampe, leggi e rileggi.

Abbi cura del tuo lavoro, fallo soprattutto per te. Leggere e rileggere è l’unico modo per scovare eventuali refusi sfuggiti ad una prima lettura, rivedere e riscrivere frasi e passaggi che si potrebbero rendere meglio, aggiungere precisazioni dell’ultimo minuto. Allo stesso modo controlla l’ortografia, la sintassi e il lessico; scrivere una tesi in una lingua straniera non è certo come scrivere un temino di Natale a scuola, ma si presuppone che tu abbia molte più conoscenze e molti più skills di quando eri uno studente delle medie. Per evitare che, dopo la correzione del relatore, la tua tesi assuma le sembianze di una grande e informe macchia d’inchiostro rosso, apri quei cosi chiamati “dizionari”, tieni a portata di mano un buon manuale di grammatica, attiva il correttore automatico nel PC -per vedere errori di battitura o di ortografia è fenomenale, anche se non sempre infallibile- e circondati di tutti gli strumenti possibili e immaginabili per lavorare in modo consapevole. E non dimenticare che se infilare quattro subordinate una dietro l’altra non fa per te, il trucco è dire la stessa cosa semplificando la struttura linguistica, così da non perdere il filo del discorso e non rimetterci né in termini di coerenza né di coesione del testo.

Sei pronto a iniziare un corso in spagnolo o francese con me?Fammi sapere di cosa hai bisogno e saprò indicarti lo strumento a te più adatto.

I miei servizi

Spero che questo articolo ti aiuti a vivere con un po’ più di serenità un periodo così pieno di ansie e incertezze come quello che precede la laurea.

Se ti va di avere un parere più personale sul tuo lavoro, non perdere l’occasione e contattami in privato; lavoreremo assieme per trovare la giusta strada verso la discussione.

Ricorda che nel mio blog potrai trovare tanto altro materiale utile anche per la tua futura vita professionale. Cosa aspetti? Corri a curiosare!

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Ci sentiamo presto… e non dimenticare di condividere!