Eccomi, sono tornata!
In questo nuovo post parleremo di letteratura. Tranquillo, non sono qui per iniziare un pippone senza fine: voglio solo dimostrarti praticamente che quando si impara o si insegna una lingua straniera anche la letteratura può rivelarsi un utile strumento di approfondimento e consolidamento.
Viviamo con l’idea che la letteratura sia qualcosa di intoccabile e inavvicinabile per i non addetti ai lavori, che sia solo per gente colta, istruita, ma non è sempre così: se il testo proposto risponde alle esigenze degli studenti e, soprattutto, corrisponde alle loro reali capacità e conoscenze linguistiche, può trasformarsi in un vero e proprio alleato per il percorso di apprendimento. E io sono qui proprio per dimostrartelo!

Letteratura: consigli per l'uso.

Partiamo col chiarire che quando parlo di letteratura non parlo solo ed esclusivamente di Letteratura, di Dostojevsky, Proust, Manzoni, Cervantes e Joyce. Molto spesso la diffidenza scaturisce proprio da qui, ossia dal credere che dire letteratura equivalga a dire grandi classici da tradurre o a cui rifarsi per familiarizzare con un registro linguistico e culturale assai poco popolare e quotidiano. Beh, sappi che non è così e se questo è quello che ti hanno sempre fatto credere, ora è giunto il momento di cambiare rotta. Tutti i testi letterari, siano essi prosa o poesia, moderni, contemporanei o classici, se usati correttamente, allenano le abilità linguistiche in modo pratico, attivando le varie competenze che ogni apprendente ha già acquisito per utilizzarle in modo nuovo e vivace, creando prospettive di contatto con la lingua 2 diverse dalle ordinarie -sganciate dalle solite esigenze imposte da sterili obiettivi didattici meramente grammaticali- che possono attivare capacità più creative e non solo linguistiche.

Nel corso di questo post ti dimostrerò che si può usare la letteratura non solo per introdurre un nuovo tema grammaticale o una nuova struttura sintattica, ma anche come obiettivo stesso della lezione, esercizio di stile che permette all’alunno di avvicinarsi non solo alla lingua che sta imparando ma anche al suo universo di cultura e tradizioni: solo così potrà davvero instaurare una relazione più reale e profonda con la lingua stessa e il suo contesto, dato che imparare a pensare e ad usare la lingua in maniera critica sarà l’occasione per catturare anche gli aspetti linguistici più reconditi e meno strutturali proprio grazie alla lingua stessa. In questo modo il tuo gruppo di allievi potrà continuare ad imparare da una prospettiva nuova e bada bene che nessuno ti sta suggerendo più o meno implicitamente di abbandonare gli esercizi di grammatica, gli ascolti e tutto il resto, bensì di aprire la via a nuove possibilità, forse più intime e personali, di connessione con la lingua a cui si stanno -più o meno timidamente- avvicinando.

Se ci pensi bene, i testi letterari sono testi reali; è un dettaglio non trascurabile e sto per spiegarti perché. A chi mi chiede cosa leggere per accelerare l’apprendimento consiglio di non comprare testi pensati appositamente per lo studio di una lingua straniera e la ragione è molto semplice: essendo questi testi creati e adattati per specifici livelli di abilità non sviluppano tutti gli aspetti semantici della lingua, poiché il loro primo obiettivo è quello di risultare facilmente ed intuitivamente comprensibili per permettere a chi li legge di navigare in acque sicure. Noi, però, sappiamo benissimo che una lingua è una realtà in costante mutamento e se darai ai tuoi alunni la possibilità di affrontare testi pensati per madrelingua, farai loro un favore, visto che li obbligherai a confrontarsi concretamente con nuovi e vari aspetti della lingua che studiano, senza limitarsi ad essere degli apprendenti, ma sfruttando anche le conoscenze e le capacità che tutti noi abbiamo in quanto cittadini del mondo, parte di una società, immersi in una cultura. In un testo letterario è la parola ad essere protagonista, ma non è la parola che vediamo negli esercizi di grammatica, è una parola immersa in un nuovo orizzonte linguistico ed interpretativo, impossibile da esplorare in un testo semanticamente univoco.

Una persona vuole imparare una lingua per potersi confrontare con e nel suo contesto reale, sapendone riconoscere le mille sfumature: come pensi che sia veramente possibile raggiungere queste capacità solo con testi controllati, cristallini e finti nella loro perfezione?

Il mondo della comunicazione è fatto di vari aspetti, di piccole e grandi sfumature che ognuno di noi deve poter cogliere ed esprimere. Testi reali, come quelli letterari, ci aiutano proprio a raggiungere questo obiettivo e a sentirci parte della comunità (vera) di parlanti (veri) di una lingua; al contrario, testi altamente manipolati e controllati, come quelli appositamente pensati per scopi didattici, risultano forzati proprio perché devono essere il più chiari e utili possibile per dare sfogo al loro obiettivo principale, far fronte a determinate esigenze didattiche e di apprendimento. Ma non basta; non basta perché, come ho detto anche prima, una lingua non ha un solo volto, un solo contesto, un solo sistema.

I testi letterari, per l’appunto, rispondono a questa nuova esigenza di comunicazione e di vivacità linguistica e culturale: leggendo ed interpretando un testo letterario, i tuoi alunni potranno acquisire non solo nuove capacità e abilità linguistiche, ma anche potenziare la loro capacità di andare al di là della semplice comprensione linguistica.

Altro aspetto non da sottovalutare è che i testi letterari attivano l’interazione non solo con la lingua di arrivo e con l’autore (reale) del testo (reale), ma anche tra i membri della classe. Non so come la pensi tu, ma a me non sembra cosa da poco, visto che una lingua serve innanzitutto per comunicare ed interagire con altri essere umani; è, quindi, importante che i testi letterari vengano presentati già nei gruppi con il livello di lingua più basso, affinché sin da subito i tuoi studenti possano sentirsi attivamente parte del processo di apprendimento come persona, con un bagaglio di esperienze e conoscenze uniche e condivisibili. Ed è proprio qui che entra in gioco l’importanza della condivisione, del confronto, dello scambio di opinioni, emozioni e sensazioni: all’interno del gruppo si creerà maggiore connessione e la lingua oggetto del corso verrà utilizzata -finalmente- in dinamiche reali, proficue e sfaccettate.

Se tutto questo lungo discorso non è bastato per convincerti e toglierti tutti i dubbi e le resistenze, ti consiglio di continuare a leggere l’articolo fino alla fine: ho in serbo per te altri suggerimenti che, ne sono certa, ti faranno solo venire voglia di provare. Che dici, avanziamo insieme?

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I miei servizi

Letteratura nella classe di spagnolo: una proposta didattica.

Partiamo col precisare quanto sia importante che tu sappia già, ancora prima di entrare in classe, dove vuoi arrivare e che aspetto o abilità linguistici pensi di approfondire servendoti del materiale che hai individuato e selezionato: non usare mai un testo o un film per tappare un buco o coprire il tempo di una lezione che non hai avuto modo di preparare, i tuoi corsisti se ne tornerebbero a casa con la sensazione di aver perso il tempo o (nella migliore delle ipotesi) di averlo investito male e non avrebbero ricavato niente di tutto quello di cui abbiamo parlato prima.

Affinché l’attività proposta risulti davvero efficace e produttiva, devi essere certo che il testo letterario che hai individuato per la tua lezione corrisponda ai seguenti criteri:

  • deve essere un modello reale della lingua di arrivo, con una struttura grammaticale chiara e il più vicina possibile a quella che è la lingua della comunicazione odierna e attuale. Per intenderci, una lettura del Libro de Buen Amor del Arcipreste di Hita non è proprio quello a cui sto pensando;
  • il vocabolario deve essere in linea con quello di uso corrente. Non sto dicendo che devi insegnare al tuo gruppo di studenti tutto lo slang e le parolacce possibili e immaginabili (non perdere mai il senso della misura), ma trovo che anche un testo con termini troppo aulici o troppo specifici o troppo arcaici sia completamente fuori contesto: vuoi che i tuoi corsisti riescano a parlare spagnolo nella Spagna del 2020 o vuoi che sappiano decantare poemi epici come dei giullari fuori luogo? A te la scelta;
  • lo stile del testo non deve mai essere troppo complesso o troppo ricercato, deve adattarsi perfettamente (e sottolineo, perfettamente) al livello linguistico dei tuoi alunni per evitare che sentano frustrate le loro capacità di comprensione. Il testo deve essere accessibile affinché possa veramente rivelarsi una vera e propria fonte di stimoli, nuovi e inattesi, per il progredire dell’apprendimento linguistico; alla fine dell’attività tutti devono sentirsi ancora più motivati e coinvolti anche grazie a delle attività e a delle letture che attivano spontaneamente la partecipazione;
  • deve essere uno strumento multifunzionale. Che significa? Semplice: deve rendere possibile un lavoro genuino e personale su tutti gli aspetti e tutte le abilità linguistiche (e non). A questo scopo, i testi scelti devono “accendere” gli animi e innescare la miccia del dibattito e della conversazione e, dunque, incontrare il più possibile gli interessi del gruppo che hai di fronte. Pochi mesi fa ho iniziato un corso per adulti di spagnolo livello B2 e per uno dei primi incontri ho preparato un’attività attorno alla canzone Malo di Bebe, che tratta il tema della violenza di genere: ne è uscita una lezione piacevole e animata, in cui tutti hanno avuto modo di dire qualcosa e di apportare il proprio contribuito personale. Lo so che Bebe non è Márquez, ma a volte basta davvero saper toccare le corde giuste per smuovere un po’ le acque e innescare nuovi e proficui meccanismi di apprendimento;
  • deve sviluppare e perfezionare la creatività degli alunni e avvicinarli ad un nuovo aspetto della lingua, ossia quello ludico;
  • deve, in un modo o nell’altro, essere lo specchio della società e della cultura della lingua di arrivo. Se stai insegnando francese, temo che quella poesia di Emily Dickinson che tanto ti piace non sia proprio la soluzione migliore, nemmeno in versione tradotta: ricorda che non devi astrarre e sviare i tuoi alunni dal contesto della lingua che stanno imparando, li devi avvicinare e unire;
  • lo spagnolo non è solo una realtà della Spagna, è una lingua che va anche al di là dell’oceano; cerca, quindi, di inglobare anche testi che rappresentino la realtà dei paesi latinoamericani.

Una volta che hai scelto il testo, non ti resta che preparare l’attività. Qui per te alcuni aspetti che non puoi bypassare se ci tieni ad uscire dalla porta della tua aula con l’aria di chi sa di aver centrato l’obiettivo:

  • inizia introducendo il tema centrale del testo e dando qualche nozione -breve ma essenziale- per permettere ai tuoi corsisti di inquadrare un po’ meglio il materiale di lavoro: non tutti sono laureati in lingue e non tutti sono appassionati di cinema o arte o letteratura. Sperimentare e variare è bello, ma non dare mai per scontato il background socio-culturale di chi hai di fronte;
  • dopo questa prima fase introduttiva, passa al dunque e non dimenticare che una fase di lavoro attivo non può mancare: che sia la ricerca di un particolare tempo verbale, immaginare la scena successiva o un lavoro di gruppo, l’importante è che ci sia qualcosa che permetta al tuo gruppo di corsisti di lavorare e confrontarsi. Loro sono lì per imparare e tu non sei lì per tenere una lezione frontale dall’impostazione accademica;
  • che l’attività preveda un lavoro di gruppo o un esercizio individuale poco importa, il punto di arrivo deve essere uno e uno solo: la condivisione. Ogni corsista deve sempre avere l’impressione di aver lavorato, faticato e costruito qualcosa di nuovo, magari usando aspetti linguistici che una settimana prima non sarebbe mai stato in grado di controllare;
  • accertati sempre che il materiale che intendi proporre si adatti alle conoscenze linguistiche dei corsisti con cui lavori: se conoscono solo il presente, perché gli stai proponendo un estratto di un romanzo di Mario Vargas Llosa in cui l’autore parla al passato? Per confonderli e metterli in difficoltà, o per lo meno questa è la sensazione con cui se ne torneranno a casa. Va bene alzare sempre un pochino l’asticella e buttare qua e là nuovi e imprevedibili input, ma non passare da un salto di tre metri a uno di trenta nel giro di una settimana;
  • munisciti di esempi reali e concreti per far capire ai tuoi studenti su che terreno stanno per muoversi: non buttarli mai giù dal precipizio senza paracadute, dai loro tutte le istruzioni e le conoscenze previe di cui hanno bisogno per lavorare in autonomia sentendosi adeguati al contesto e alla portata dell’attività.

Continuiamo ora col nostro articolo, ci aspetta un esempio concreto che ti dimostrerà chiaramente come sia davvero possibile mettere in pratica tutti i tips che ti ho elencato qui sopra senza perdere di vista né l’obiettivo didattico né quello ludico-letterario.

Il Surrealismo nelle fasi intermedie dell’apprendimento: il collage poetico e Un perro andaluz.

Ti starai chiedendo perché ho scelto proprio il Surrealismo come punto di partenza. La risposta è tutt’altro che surreale: nell’uso ludico che i Surrealisti fanno del linguaggio ci ho visto anche un aspetto didattico. Anche, non soprattutto.

Siamo abituati ad un sistema di apprendimento in cui una produzione scritta serve innanzitutto per capire a che punto dell’apprendimento si trovano gli alunni e non pensiamo mai che un testo possa trasformarsi anche nell’occasione per scrivere liberando la propria unicità e la propria personalità; molto spesso il tema del testo lo scegli tu e a volte li vedi, i tuoi alunni, che ti guardano con l’aria smarrita e lo sguardo perso nel vuoto di chi sta per avere un attacco di ansia, dato che sanno che dovranno scrivere per forza qualcosa su un tema prestabilito su cui, magari, non saprebbero cosa dire nemmeno in italiano. Ed è qui che, per salvarsi, danno inizio a quella che io chiamo “La fiera delle banalità”. Perché, allora, non evitare tutto questo e ricominciare da un’idea completamente diversa? Perché non pensare alla produzione scritta come a un lavoro di classe, collettivo più che meramente individuale, che promuova la collaborazione all’interno del gruppo classe e con l’insegnante stesso? Un testo letterario, senza pretese o pretensioni, senza l’esigenza asfissiante di rispondere a dei criteri prestabiliti, rafforza la fiducia dell’alunno in se stesso e nelle sue capacità linguistico-espressive: leggendolo non dovrà scoprirsi né bloccarsi per paura di dire castronerie o di aver scritto qualcosa facilmente riconoscibile come impersonale cliché.

I giochi di parole surrealisti rispondono perfettamente al bisogno di libertà espressiva e comunicativa che permette al tuo gruppo di corsisti di sentirsi parte attiva nell’attività proposta, uscendo dalle solite, scontate, banali, abusate, tracce. Ci sono davvero moltissimi giochi tra cui scegliere, tutti facilmente adattabili a vari livelli di conoscenza linguistica, dal più basso al più alto. Ricorda che imparare una lingua straniera non significa soltanto saper usare bene un paio di regole grammaticali, ma anche saper sviluppare dei testi in cui sentirsi coinvolti da un punto di vista emotivo e creativo, realizzando di poter (dis)fare e creare delle associazioni fortuite di parole, di poter generare -con poche o tante conoscenze e capacità- immagini innovatrici che motivano e stimolano la creazione collettiva di un poema o di un testo. Si può davvero imparare divertendosi, è ora non solo di ripeterlo perché fa figo, ma soprattutto di metterlo in pratica. Basta ansia da errore, da foglio bianco, da correzione: rilassiamoci e lasciamo che l’apprendimento vada da sé, senza troppe forzature o canalizzazioni.

Ogni gioco surrealista è per definizione un’attività collettiva; per una volta, caro insegnante, non sarai tu a gestire l’attività, a guidarla, a comandare, ma saranno i tuoi stessi allievi che, in forma autonoma e, forse, non del tutto consapevole, daranno vita al gioco stesso e organizzeranno il processo creativo. Non c’è niente di bello o brutto, tutto è possibile proprio perché parliamo di libera espressione: non ci sono modelli prestabiliti (mi raccomando, limitati a spiegare le regole del gioco e a fornirne un esempio, ma non influenzare nessuna delle loro decisioni o scelte stilistiche), è dal caso stesso che nasce la comunicazione, la forza espressiva della parola, luogo principale di incontro. I tuoi allievi si vedranno costretti a smentirsi, a distruggere per ricostruire, a creare nuovi sistemi plurali nelle loro infinite possibilità di comunicazione, dando vita a soluzioni espressive completamente personali, completamente inedite.


Quello che segue è un esempio concreto di attività incentrata sullo sviluppo di un lavoro letterario collettivo, il cui punto di partenza sono proprio alcune immagini celebri della cultura surrealista.

L’attività si divide in due parti ben distinte: la prima ha come obiettivo finale la stesura di una poesia con la tecnica del collage poetico (ogni alunno dovrà, dunque, apportare il proprio contribuito individuale per dare vita ad un lavoro collettivo), mentre la seconda è finalizzata alla creazione di un testo partendo dal racconto di sogni da parte dei membri del gruppo classe.

Vediamo assieme le fasi dell’attività nel dettaglio:

  1. A partire da questo istante, inizia la vera e propria attività surrealista: preparali a vedere il mondo da un altro punto di vista! Spiega loro il gioco di parole in cui stanno per cimentarsi, ossia il gioco delle domande e delle risposte. Mostra loro un esempio autentico e continua a ripetere che l’importante è lasciar correre l’immaginazione. Dividi la classe in due gruppi: il gruppo A dovrà scrivere in un foglietto una domanda del tipo qué es…, mentre il gruppo B dovrà , senza conoscere le domande (altrimenti sarebbe tutto troppo logico), scrivere delle risposte che inizino con es… . Raccogli tutti i foglietti in due scatoline e lascia che ogni membro del gruppo classe peschi una domanda e una risposta; il risultato sarà divertente ed imprevedibile, poiché la risposta non avrà niente a che vedere con la domanda, nessuna relazione coerente si stabilirà tra le due parti. Alla fine, dovreste ottenere coppie simili a questa: Qué es un beso? Es una divagación, totalmente vuelta al revés.
  2. Continua l’attività e proponi un nuovo gioco, sempre basato sull’associazione casuale di due parti di una frase. In questo caso, puoi approfittare del gioco per ripassare due strutture grammaticali ben precise, ossia, cuando+subjuntivo e il periodo ipotetico con si. Per farli entrare nella dinamica, inizia il gioco fornendo l’inizio di due frasi e chiedi al tuo gruppo di completarle senza pensare troppo alla logica e alla coerenza, spingili a scrivere la prima cosa che passa loro per la testa: deve esserci solo voglia di creare! C’è solo una golden rule che devi far rispettare in ogni fase dell’attività ed è la correttezza grammaticale: va bene essere creativi, non va bene disimparare a usare correttamente la lingua. Prosegui con l’attività e, dopo un primo riscaldamento individuale, dividi la classe in coppie e chiedi ad ogni membro di scrivere o la prima o la seconda parte della frase, senza che il compagno veda quanto scritto dall’altro componente della coppia. Ecco per te un esempio di frasi da completare e qualche risultato finale; come puoi vedere, il risultato è carico di valore letterario, nonostante la totale assenza di logica, di connessione semantica.

Si el pelo tuviera como espadas unos amantes, el corazón de estos amantes dejaría de latir.

Cuando los astronautas alcancen el séptimo cielo, las estatuas se harán servir sopas frías.

Cuando los peces hablen, te acompañaré a vivir en África.

Si las montañas fueran azules, yo podría nadar en el aire.

Si la vida pudiera andar, __________________________

Cuando consigas tocar el cielo, _______________________

3. Un altro gioco caro ai surrealisti consiste nell’inventare parole e la loro definizione:

“MAMÚ: en el lenguaje de los petimetres, mi amor.

Ej.: (Barras hablando a Joséphine): ven, Mamú, que ya se hace tarde”.

Cosa possono fare i tuoi alunni? Ma è semplice: inventare una parola e crearne la definizione, come se fossero gli autori di un nuovo dizionario illogico. Ricordati di far scrivere le parole inventate in un foglietto da mettere nel solito sacchettino raccogli idee: tutto questo materiale vi servirà per realizzare il poema collettivo, vero e proprio fine ultimo a cui tutte queste piccole attività vi condurranno.

Se vuoi continuare l’attività anche in una seconda lezione, ecco per te altri suggerimenti:

1- Presenta al tuo gruppo di alunni il film di Luis Buñuel e Salvador Dalí, Un perro andaluz, opera cardine del movimento artistico surrealista. Spiega loro che l’idea della storia nasce dall’unione di due sogni, uno di Buñuel (la scena dell’occhio e del rasoio) e l’altro di Dalí (le formiche che escono dal buco nella mano del protagonista) e che la storia d’amore tra i due protagonisti -che pare essere il fulcro della narrazione- è un racconto carico di valore metaforico e onirico, in cui si susseguono immagini giustapposte e frammentate.

2- Suddividi la classe in gruppi da tre e chiedi ad ogni membro di scrivere e raccontare un frammento di un sogno; dall’unione dei tre frammenti, nascerà una storia in cui quello che conta veramente si nasconde al di là di una situazione di caos che è solo apparente.

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