Dedico il primo articolo del 2019 ai libri, con l’augurio che nelle nostre vite ci sia sempre il tempo per sperimentare, conoscere e scoprire anche grazie ai libri.

 

Regalare libri è difficile, non è così scontato riuscire ad indovinare i gusti di un’altra persona o quello che le va di leggere in un determinato periodo della sua vita. Ricordo che anni fa ho regalato una copia de Mémoires d’Hadrien (in italiano, ndr) di Marguerite Yourcenar ad E.; ero entusiasta di quel regalo così personale (con tanto di dedica della sottoscritta), gli stavo regalando uno dei libri che più ho amato del periodo universitario; invece, E., che non ama particolarmente leggere romanzi, non lo ha apprezzato, addirittura credo che non lo abbia mai finito. Sono passati anni ed anni da quel regalo, ma col senno di poi mi sembra evidente che non è un libro per lui: troppo poco pragmatico, troppo romantico (nel senso letterario del termine), troppo umanista per incontrare i suoi gusti di uomo di legge.

Regalarsi libri, al contrario, offre (quasi) sempre parecchie soddisfazioni e spero che in questo articolo tu possa trovare le tue prossime ispirazioni letterarie i tuoi prossimi libri preferiti. Te li presenterò in VO, non dimenticare che questo blog è principalmente dedicato alle lingue e al mondo dell’apprendimento linguistico, mica siamo qui a raccontarcela.

C’è pure una novità, così inauguriamo il nuovo anno col botto: ho deciso di aprire anche alla lingua inglese questa rubrica (che parola vecchia, non trovi?) dedicata ai libri. La ragione è molto semplice: leggo anche libri in inglese e ogni tanto mi imbatto in qualche scrittura che mi affascina e mi incuriosisce, cosa non proprio scontata dato che non amo particolarmente la letteratura anglosassone (non voglio neanche ricordare quanto ci ho messo a finire American Pastoral, ma non dirlo a nessuno...).

Pronto a scegliere la tua prossima lettura? Allora non perdere altro tempo e vieni a scoprire i libri di questo post.

Un pedigree, Patrick Modiano (Folio).

Che io adori le autobiografie è cosa nota e mi pare di avertelo anche già raccontato; che legga tutte quelle che reputo affascinanti, anche.

Questo libricino sottile sottile è un’autobiographie, ma un’autobiografia che, più che una tenera e malinconia recollection dei tempi che furono, è una lucida e a tratti fredda cronaca costruita su momenti, volti, nomi, date, tutti ricopiati su carta man mano che si riaffacciano alla memoria. Un fatto dopo l’altro, un volto dopo l’altro, senza l’apparente volontà da parte di Modiano di capire ciò che (non) è stato o di approfondirlo, avanziamo nel resoconto quasi sterile dell’infanzia a tratti calpestata, dell’adolescenza e la prima giovinezza, segnate dalla povertà materiale e -quel che è peggio- emotiva ed affettiva, di un figlio che non è stato mai realmente accolto dai propri genitori (persone sterili, perse in se stesse e nella lotta a tratti picaresca per guadagnarsi un posto al sole nel mondo), mai aiutato e sostenuto. Saranno la lettura e, poi, la scoperta della scrittura a salvarlo dall’aridità del suo mondo di provenienza e a portarlo altrove. Ogni tanto, qua e là, Modiano lascia trapelare, da questo apparentemente freddo e calcolato elenco di avvenimenti più o meno cruciali e passeggeri, il senso di solitudine, di malinconia, di lieve tristezza che permea la vita del ragazzino che è lì, tra queste righe che noi leggiamo, abbandonato a se stesso, finché non si ritrova e non trova il vero senso della sua esistenza, quella strada che sembrava non incrociarlo mai e che si concretizza nella pubblicazione del suo primo libro.

La scrittura di Modiano è serrata, concisa; le frasi sono brevi, pochi i fronzoli e le elaborazioni linguistici, pochi i dettagli inutili. Tutto è ridotto all’osso, e la storia e la struttura stessa del racconto. Proprio per la brevità e la linearità delle strutture linguistiche che lo compongono, mi sento di consigliarti questo libro se ti trovi ad avere un buon livello di francese, medio-alto, anche se non altissimo.

Sei pronto a iniziare un corso in spagnolo o francese con me?Fammi sapere di cosa hai bisogno e saprò indicarti lo strumento a te più adatto.

I miei servizi

Pantaleón y las visitadoras, Mario Vargas Llosa (De Bolsillo).

Lo so che nel precedente post ti ho parlato di un libro di Márquez; lo so che sono entrambi sudamericani; lo so che non ti sto facendo scoprire niente di nuovo… ma da qualche parte dovrai pur cominciare, no?

Ho scelto prima Gabo e ora Vargas Llosa perché entrambi raccontano storie. E tutti sappiamo che le storie sono più semplici da seguire di un saggio di economia politica quando l’obiettivo della nostra lettura non è semplicemente leggere per leggere (obiettivo nobilissimo) ma leggere per praticare passivamente la lingua che stiamo imparando, arricchire il vocabolario e riconoscere quello che stiamo assimilando più o meno faticosamente.

Entrambi gli autori in questione hanno, a mio modestissimo parere, la grande abilità di costruire mondi all’interno dei loro romanzi, mondi complessi e curati in ogni aspetto, mondi quasi cinematografici, che non solo è facile seguire ma anche immaginare. Proprio per questo si prestano anche ad un altro esercizio che potrebbe aiutarti ad esercitarti anche quando sei da solo. Quale? Una volta che hai letto il libro, immagina di doverne riassumere la trama; puoi farlo sia su carta che oralmente, l’importante è che, in entrambi i casi, tu immagini di dover riassumere la storia per qualcuno che non la conosce. Questo ti obbligherà ad essere il più lineare possibile e a strutturare il tuo racconto in modo chiaro, esplicitando e articolando esaustivamente e che le relazioni tra un momento e l’altro della narrazione.

Ma veniamo al nostro libro. Tra i tanti romanzi di Vargas Llosa ho scelto questo per due motivi: uno, perché mi è piaciuto molto, l’ho trovato pure divertente; due, perché esiste una versione cinematografica, se proprio non vuoi leggere o se vuoi leggere e poi vedere come altri hanno immaginato l’universo che tu ti sei a tua volta creato leggendo la storia.

Nell’edizione che ho comprato su Amazon c’è una citazione dello stesso autore; te la riporto qui di seguito, perché credo spieghi perfettamente l’essenza della storia e l’intento di chi l’ha scritta:

Intenté al principio contar esta historia en serio. Descubrí que era imposible. Fue una experiencia liberadora, que me reveló las posibilidades del juego y el humor en la literatura.

E come dargli torto? Questa storia non si può e non si deve raccontare senza ironia. Cosa ci sarebbe di serio nella vicenda di Pantaleón Pantoja, un capitán del Ejercito, a cui viene affidato il compito di mettere in piedi ed avviare un servizio di prostitute per le Forze Armate peruviane? Cosa ci sarebbe di serio nella dedizione, nello zelo burocratico, nell’impegno del militare che esegue gli ordini senza metterli minimamente in dubbio? Nel suo essere ligio al dovere anche se la missione affidatagli non ha assolutamente nulla di apparentemente onorevole e rispettabile? Nell’impegno che lo porterà a perdere la propria lucidità e a mettere a repentaglio la sua vita famigliare in nome del dovere (e, forse, di qualche altra cosa)? Assolutamente nulla. Ed è giustamente con leggerezza ed ironia che Vargas Llosa costruisce questo romanzo e i pittoreschi personaggi che lo colorano. La sua maestria fa il resto e dà vita ad un romanzo perfetto, che engancha dall’inizio alla fine.

Leggilo e non te ne pentirai; ti ritroverai a sorridere e a ridere da solo, la lettura sarà veramente all’insegna della leggerezza. Livello di lingua richiesto? Non certo quello del principiante assoluto, ma se hai superato il livello intermedio, le prime fasi di approccio e consolidamento linguistico, buttati pure. Se il tuo livello di lingua è basso ma ti ho incuriosito e lo vorresti leggere, puoi sempre leggere prima la traduzione italiana e poi passare alla versione originale o aiutarti con il film sottotitolato in spagnolo.


The Year of Magical Thinking, Joan Didion (Fourth Estate).

Ed ecco la novità del post. Valichiamo i confini linguistici di questo blog, principalmente dedicato allo spagnolo e al francese, e sconfiniamo nel mondo della lingua inglese. Ogni tanto fa bene una ventata di aria fresca!

Il libro che ho scelto per la lingua della Regina è questo di Joan Didion. Perché ci tengo a fartelo conoscere? Perché mi è piaciuto, perché è un libro umano e personale, poetico e malinconico come solo i libri che raccontano la vita vera sanno essere. Didion racconta e si racconta nel percorso di elaborazione del lutto per la perdita improvvisa e inattesa del marito in un periodo già difficile per la sua famiglia; si mette a nudo e ripercorre quei momenti tragici e difficili e ne trae un libro che è un percorso personale di crescita interiore e, perché no, di formazione: impara a conoscere la solitudine più intima e profonda, il peso dell’assenza e quello (assordante) del silenzio; impara a convivere con questa sua nuova vita, col dopo con cui siamo costretti a fare i conti quando qualcosa di così sconvolgente travolge il placido incedere delle nostre vite. Indietro non si torna e Didion lo sa; solo i ricordi la legano al prima nel nuovo cammino che ha intrapreso la sua vita.

La sua scrittura è delicata, femminile, accogliente. Non immaginare un libro triste, dai toni depressi; è vero, c’è il dolore, quello profondo che una volta arrivato non ci abbandona più, ma c’è anche la consapevolezza di una donna che sa di essere “sola” e che, allo stesso tempo, sa anche che il marito è lì, ancora presente nella sua casa, nella sua vita, nelle sue parole. Ed è proprio questo che a volte fa male, a volte, invece, rincuora e scalda l’anima.

Da un punto di vista meramente linguistico, ti consiglio di intraprendere questa lettura se il tuo livello di inglese è buono buono; come nella maggior parte dei libri del mondo anglosassone, anche in questo il registro linguistico tende ad elevarsi e ad allontanarsi dalla semplicità a cui sei abituato quando pensi all’inglese delle rapide comunicazioni di lavoro o delle chiacchierate con le amicizie che hai coltivato quando eri in Erasmus.

Anche questa volta spero di averti lasciato dei suggerimenti utili e interessanti per migliorare il tuo livello lingustico e, perché no, anche per trovare un libro che sappia conquistarti.

Ricorda che la mia selezione si basa principalmente su gusti personali e che quello che piace a me potrebbe infastidire te; proprio per questo cerco di muovermi all’interno di più generi e di offrirti sempre opzioni di lettura diverse.

Tu non perdere tempo e contattami se vuoi intraprendere un nuovo percorso e smetterla di pensare che non sia mai il momento giusto per imparare una nuova lingua; vedrai che con il metodo giusto tutto sembrerà più facile e più leggero!

Io ti aspetto sul mio blog, tante altre novità dal mondo delle lingue sono in elaborazione per te; segui anche la mia pagina Facebook, ci troverai interessanti riflessioni e divagazioni.

Cosa aspetti a dare una svolta al nuovo anno? Nel 2019 è fondamentale che tu arricchisca il tuo bagaglio linguistico per aprirti a nuove opportunità e possibilità che non puoi farti scappare. Io sono pronta, e tu?

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Ci sentiamo presto… e non dimenticare di condividere!