Ci ho pensato un po’ prima di scrivere questo post e poi mi sono detta che un po’ di orientamento informativo never kills nobody. Così ho deciso che sì, che ti avrei parlato di corsi di lingue, nello specifico di come scegliere quello che più rispecchia le tue reali esigenze, i tuoi tempi, la tua vita.
Sono un’insegnante e lavoro ormai da svariati anni nell’ambito della didattica delle lingue straniere. Conosco bene il territorio in cui mi muovo, ne ho identificato le lacune e i punti di forza, riesco a capire cosa un corsista si aspetta da me dopo pochi sguardi e poche parole, distinguo un buon insegnante da uno mediocre solo parlandoci, ma per chi non ha questa esperienza diretta del settore cadere disarmato nella fossa dei leoni è assai facile: se dovessi sposarmi e volessi dei musicisti con la M maiuscola al mio ricevimento, dovrei rivolgermi a qualcuno con un orecchio musicale ben più allenato del mio, capisci cosa intendo?
Corsi di lingue ce ne sono veramente tanti (a seconda della lingua che vuoi imparare, la domanda governa sempre l’offerta), di ogni durata e tipologia: la vera sfida sta proprio nell’individuarne uno che sia veramente valido, valido per te. Proprio per questa ragione ho pensato di venire in tuo soccorso e non lasciarti solo, rischieresti di passare da un tentativo all’altro e di smarrirti, non individuando mai la Scelta Finale, la migliore in assoluto in termini di offerta formativa, soldi e tempo che puoi/vuoi investire, energie da spendere. Ti voglio lasciare alcuni suggerimenti che ti aiuteranno a capire se un corso ed una scuola di lingue sono effettivamente validi come sembrano sulla carta o se, al contrario -e non posso dirti che non succede-, si riveleranno soltanto delle fredde e insipide macchine da soldi.
Se nonostante i miei consigli non riesci a trovare una proposta attorno a te che soddisfi i tuoi parametri, ma vorresti tanto migliorare il tuo spagnolo o riprendere in mano il tuo francese, contattami in privato per una consulenza gratuita durante la quale costruiremo assieme la tua formula vincente. Vivi a km e km di distanza da me? Non è assolutamente un problema, Skype verrà in nostro soccorso.
Nel frattempo non perdere altro tempo e leggi quello che ho preparato per te!

Come riconoscere un buon corso di lingue.
Uno degli aspetti principali che fanno di un corso (che sia di lingue, di cucina, di primo soccorso o di kick boxing) un buon corso è il grado di bravura di colui/colei che il corso lo dirige, ossia l’insegnante. Se è uno bravo, andrai a casa soddisfatto e con la sensazione di imparare sempre qualcosa di nuovo; se, invece, tanto bravo non è, prima o poi potresti perdere la voglia di continuare, ti annoierai o, peggio ancora, ti sentirai fuori luogo.
Come già saprai, l’anno scorso ho avuto modo di seguire un corso di inglese a Malta. Non mi sedevo dall’altra parte della cattedra da molto tempo e non ti nascondo che ero abbastanza scettica, troppa deformazione professionale per non vedere eventuali errori di insegnamento, cadute da principiante, ecc. Per la prima parte del corso -durato un mese e mezzo, la mia “enorme” passione per l’inglese non mi avrebbe consentito di andare oltre- ero entusiasta e mi divertivo: avevamo un giovane insegnante motivato e preparato, sempre pronto a stupirci con attività di diverso genere che servivano a rendere più dinamica la lezione e a farci imparare senza per forza dover fare esercizi di grammatica in continuo. Verso la fine del corso è successo che il giovane docente in gamba se n’è andato a Parigi a seguire la sua strada e al suo posto è arrivata una signora over 50. Non credo che l’età sia un problema, anzi, aveva molta esperienza del mondo, aveva viaggiato e vissuto qua e là; quello che le mancava realmente era esattamente quello che rendeva il giovane insegnante così brillante e frizzante, ossia, la voglia di mettersi in gioco e di provare a cambiare metodo. Le sue lezioni, per me, erano la morte, il tedio assoluto, la noia più nera, lo spleen, il mal di vivere: “open your book at page 57“. Così iniziava ogni santa mattina limitandosi a seguire fedelmente e pedissequamente (senza nemmeno provare ad invertire l’ordine) tutti -e sottolineo TUTTI, anche quelli più cretini- gli esercizi proposti dal manuale in dotazione; io sono dell’idea che se devo pagare un corso per seguire un manuale pagina dopo pagina, senza avere nulla di più, posso anche starmene a casa e arrangiarmi, non trovi? Un metodo di insegnamento così prevedibile e poco aggiornato non solo denota la scarsa voglia del docente di prepararsi una lezione a casa, ma ammazza anche il dialogo e lo scambio, riduce al minimo l’interesse e pure le funzioni vitali del corsista più motivato.
Dunque, mio caro, regola numero uno: ad un corso di lingue devi sentirti partecipe sempre e non annoiarti mai. Se uno di questi due presupposti non dovesse avverarsi, allora c’è qualcosa che non va e ti ritroverai a perdere la motivazione, l’interesse, la voglia di andare e sparirai piano piano, prima inghiottito dalla sedia e dalla sonno, poi anche fisicamente dall’aula stessa. Siccome io voglio evitarti sofferenze simili – io detesto la noia-, ecco per te alcuni suggerimenti che ti permetteranno di valutare al meglio le reali possibilità del corso a cui ti stai interessando, sia prima di iniziarlo, che durante.
Sei pronto a iniziare un corso in spagnolo o francese con me?Fammi sapere di cosa hai bisogno e saprò indicarti lo strumento a te più adatto.
1. Evita corsi troppo affollati.
Piuttosto, se ti trovi tra due estremi, sappi che un corso individuale (o one-to-one) è molto più proficuo e soddisfacente di un corso in cui ci sono altri 30 partecipanti e la ragione è essenzialmente questa: non avrai mai modo di parlare ed interagire con costanza in una classe con altre 30 persone, perché c’è poco tempo e non tutti avrete la possibilità di parlare sempre.
Punto due: l’insegnante, per quanto preparato e ben intenzionato sia, non avrai mai la possibilità di approfondire i dubbi e le curiosità di tutti. A causa di materialissime questioni di tempo – ahimé- non ci si può fermare costantemente col rischio di non portare a termine un’attività o di concluderla dopo 5 ore di corso. Lo so che è triste, ma a patti col tempo e il monte ore a disposizione bisogna sempre scendere.
Il numero ideale di partecipanti per permetterti di avere dei compagni con cui fare conversazione, lavori di coppia e di gruppo, e per permettere all’insegnante stesso di rendere la lezione dinamica, senza cadere nel caos e nella confusione di una classe pollaio? Per me, non più di 15. Anche due persone vanno bene, anche essere da soli -lo ribadisco- è meglio che trovarsi in una stanza effetto stalla; sarai maggiormente sollecitato e la poca presenza numerica ti obbligherà letteralmente ad essere costantemente vigile per prendere parte alle proposte del docente in modo non solo corretto (gli errori sono parte del gioco chiamato apprendimento) ma anche brillante e propositivo.
2. Accertati che le attività proposte facciano al caso tuo.
Voglio dire: se odi le attività di tipo ludico e ti senti deficiente e a disagio soltanto all’idea di fare giochini per creare gruppo e rendere più imprevedibile e amena la lezione, evita di andare a fare un corso improntato principalmente su metodi di questo tipo. Magari ci provi e scopri che ti diverti un sacco (molto spesso questo è proprio quello che succede), ma se non riesci a superare la diffidenza iniziale ed entri in classe ogni volta con aria di sufficienza e la morte dentro, cerca qualche altra soluzione più improntata ad un metodo di insegnamento tradizionale e più in linea con le tue aspettative.
ll discorso è molto semplice: più riesci a personalizzare il corso, a cucirtelo addosso, più sarai soddisfatto e felice dei risultati che porterai a casa. Per questo ripeto spesso che, in alcuni casi, per certe tipologie di persone, particolarmente esigenti o difficili o che semplicemente sanno perfettamente cosa vogliono e cosa no, i corsi individuali sono la migliore soluzione. Non avrai nessun altro interlocutore al di fuori del tuo insegnante e la cosa non deve farti sentire a disagio, prendila come un’opportunità per imparare di più e con ritmi a te più consoni; se, però, vorresti anche socializzare un pochino, divertirti, riderci un po’ su e pasar un buon rato in compagnia di altre persone, valuta ogni possibilità.
Altro aspetto importantissimo che non puoi sottovalutare: le attività proposte dal corso devono corrispondere al tuo reale livello di conoscenza della lingua. Non puoi stare in un corso di livello base se sei già ad uno stadio più avanzato del percorso, così come non puoi partecipare a lezioni di conversazione se a malapena sai contare fino a 10; nel primo caso il risultato sarà la noia, mentre nel secondo ti sentirai tramortito da troppe informazioni che non sai come gestire perché non ne hai gli strumenti. Non si tratta di trovare la giusta via di mezzo, il miglior compromesso: per essere efficace il corso deve essere esattamente quello che fa per te.
3. Accertati che il corso ti permetta di raggiungere i tuoi obiettivi.
Questo punto si collega direttamente a quello precedente, ma mi sembrava comunque importante marcarli entrambi. Se il tuo scopo è quello di acquisire maggiori conoscenze di Business English, mi dici che ci fai ad un corso di General English? Focalizza le mete che vorresti raggiungere e cerca di aver chiaro sin da subito che tipo di conoscenze vuoi acquisire e che capacità vuoi migliorare grazie a questo percorso. In caso contrario, come ho già avuto modo di farti notare, ti sembrerà di buttar via tempo, soldi ed energie.
4. Un prezzo elevato non è sempre indice di maggiore qualità.
Siamo abituati a pensare, dentro al nostro sistema consumista, governati come siamo dal denaro e dalle sue leggi, che più paghiamo una cosa e più ne saremo gratificati. Certo, una Fiat Panda non è un Porsche Cayenne, ci arrivo pure io che di macchine ne capisco zero, ma ti voglio far notare che non è sempre per forza questo il ragionamento che devi seguire. Molte scuole cosiddette d’eccellenza offrono servizi super, aule super hi-tech, materiali all’avanguardia e sedie in pelle di coccodrillo, ma la qualità di un buon corso di lingue non è data -solo- da questi aspetti.
La prima cosa importante che devi valutare è l’organizzazione della scuola: la mia scuola può avere la sala d’attesa più cool che tu abbia mai visto e la miglior offerta formativa su carta che tu abbia mai letto, ma se ti vengono date informazioni vaghe e la receptionist è pure poco friendly, forse ti viene voglia di uscire e cercare altrove maggiore soddisfazione ed ascolto, non credi? Altro aspetto importante che devi valutare è la preparazione del titolare della scuola (sa il fatto suo o faceva il carabiniere fino a due mesi fa e di corsi di lingue non sa nulla?) e, ovviamente, quella dei docenti: non vuol dire che devono essere tutti super professori madrelingua (ficcati in testa che un insegnante madrelingua non è sempre una certezza: tu sapresti dare lezioni di italiano solo perché sei madrelingua? ecco, ti sei appena risposto da solo…) e con mille certificati a testa e corsi di aggiornamento su corsi di aggiornamento.
Un buon insegnante è un mix perfetto di umanità, empatia, professionalità, fantasia, puntualità, preparazione, capacità di adattamento al proprio pubblico, cortesia e affabilità.
Chiedi se puoi assistere gratuitamente ad una lezione o se puoi avere un colloquio con il prof. che dovrebbe seguirti: è molto importante che con lui/lei tu ti senta perfettamente a tuo agio, un po’ come con i medici. Un docente di francese che parla solo francese (e questo è ottimo) ad una velocità supersonica, usando termini specifici della semiotica e della glottodidattica per spiegare anche il più banale dei concetti, quasi volesse in primis vantarsi del suo sapere, senza tener conto delle reali richieste ed esigenze di chi ha di fronte, non è un buon docente: non mi importa se è laureato alla Sorbonne ed ha un PHD in letteratura medioevale, capisci cosa voglio dirti?
Per farla breve: un corso di lingue ha inevitabilmente un costo (tu non credo vorresti lavorare aggratissss), ma devi essere bravo a capire se effettivamente il prezzo che ti hanno proposto è in linea con l’offerta formativa, la preparazione professionale del personale e i materiali a disposizione oppure no. Per capire se effettivamente il gioco vale la candela, potresti chiedere un’opinione sincera a qualcuno che conosci che frequenta o ha frequentato quella scuola un’opinione sincera, ricordandoti che quello che va bene per me può essere pessimo per te e viceversa: tieni pure conto delle valutazioni altrui, ma solo come punto di partenza per costruirti un’immagine di insieme e non farti influenzare troppo.
5. Vuoi ottenere una certificazione? Attento alle scadenze!
Quello delle certificazioni è un business: scusa la franchezza, ma ci tenevo a mettere questa cosa in chiaro sin da subito. Capisco, comunque, che ci siano casi in cui si rivelano necessarie ed altri per cui vengono obbligatoriamente richieste.
Ogni centro attestato per la preparazione a queste benedette certificazioni ti proporrà il corso ad hoc, durante il quale verrai preparato esclusivamente per superare la prova col migliore dei risultati possibile; sappi che esiste anche la possibilità di non fare il corso, nel senso che puoi farti dare il materiale necessario per la preparazione (delle simulazioni delle varie prove che dovrai affrontare) e prepararti da solo a casa tua, sempre che tu sia in possesso delle capacità e le conoscenze di base per farlo. Non farti intortare e fatti spiegare tutte le opzioni che esistono, così potrai fare una scelta consapevole a seconda del tempo a disposizione e dell’investimento che vuoi fare.
Abbi, comunque, sempre chiara una cosa: una certificazione non è per sempre, la maggior parte ha una scadenza. Il mio DELF B1 preso nella lontana primavera della mia II° o III° liceo linguistico, credo proprio che sia scaduto un bel po’ di anni fa. Se ci pensi bene, il tutto ha pure una sua logica: il tuo livello di lingua, da un anno all’altro, può migliorare o peggiorare, non è detto che rimanga per forza sempre uguale a se stesso. Tieni sempre presente questo aspetto e valuta bene il motivo che ti spinge ad avere uno di questi attestati: se lo vuoi per puro sfizio personale, sappi che dopo un paio d’anni potrebbe trasformarsi in carta straccia; se, invece, ti serve per un qualche motivo accademico o professionale imminente, avrà valore per il momento del suo utilizzo, ma dopo qualche anno potrebbe non essere più considerato un attestato valido.
6. Verifica sempre gli orari, la distanza da casa e in che lingua si svolgeranno le lezioni.
Non riuscirai mai a terminare in buone condizioni psico-fisiche un corso di tedesco A2 che si svolge due volte alla settimana, dalle 20.00 alle 22.00, a 30 km da casa tua; siine ben consapevole da subito. Se dovessi farcela a sopravvivere, ti prego di scrivermi così da potermi congratulare con te per la tenacia e la resistenza dimostrate: avevi veramente una motivazione di ferro a spingerti!
Non tutti hanno una scuola di lingue sotto casa, me ne rendo benissimo conto, ma muoviti in un raggio di km accettabile e ad un orario che si adatti al tuo stile di vita. Anche la frequenza delle lezioni è un fattore importante; può essere una o due volte la settimana, quello che conta è che tu faccia del tuo meglio e che ti impegni ad esserci sempre -salvo cause di forza maggiore-, dimostrando a te stesso di poter lavorare serenamente con continuità, attenzione ed impegno. Ho un bel po’ di corsi alle spalle, ho visto entrare ed uscire dall’aula gente di vario genere: ho visto persone partire super motivate (“dobbiamo trasferirci ad Ibiza”, “devo cambiare lavoro”, “devo andare a studiare a Bruxelles”) mollare dopo un paio di lezioni (“non ce la faccio”, “è troppo impegnativo”, “è veramente il caso di soffermarsi così tanto sulla grammatica?”) ed altre con meno pretese eroiche arrivare alla fine ottenendo risultati più che dignitosi. Tutto sta nel bilanciare realtà e aspettative: non puoi pretendere che la lingua entri nella tua testa da sola, di andare a cazzeggiare o a fare il polemico solo perché devi fare tanta strada, sei stanco (nessuno ti sta imponendo niente, non ci fai pena…) e non hai altri mezzi per mantenerti in asse se non l’arroganza. Oltre a disturbare i compagni e irritare l’insegnante, ti porterai all’esasperazione e arriverà il giorno in cui non ti presenterai più, con sollievo di tutto il resto del gruppo per il quale eri già la pecora nera incapace di stare al suo posto.
Altro aspetto che devi assolutamente prendere in considerazione per valutare il livello di un corso di lingue è il seguente: le lezioni si svolgono in italiano o direttamente nella lingua che andrai ad imparare? Inutile che ti dica che devono svolgersi nella lingua di arrivo e non in quella di partenza. Le lezioni in italiano ti permetteranno sicuramente di sentirti più sicuro e di gestire meglio l’ansia da prestazione, ma non porteranno molti frutti a lungo andare; delle lezioni in lingua, invece, ti obbligheranno fin da subito a tirarte a la piscina e a fare i conti con le inevitabili difficoltà e il senso di smarrimento di chi si trova ad affrontare qualcosa di nuovo per la prima volta. Meglio smarrirsi subito che “nel mezzo del cammin”, non trovi?
7. Studia i tuoi compagni di corso.
Hanno tutti meno di 20 anni?!? Ehm, forse è il caso che cerchi qualcosa per over 30…Le lezioni verteranno su temi diversi, più adatti alla tua età e ai tuoi interessi e anche con i compagni ti sarà più facile creare gruppo e trovare tra voi delle affinità.
8. Accertati di vedere risultati sin da subito.
Se dopo un paio di lezioni dall’inizio del corso continui a non vedere nessun progresso soddisfacente, c’è qualcosa che non va. Può essere il metodo del docente, poco adatto al tuo modo di apprendere, oppure potresti essere tu che non hai ancora messo in moto gli ingranaggi giusti; datti un po’ di tempo per capire, ma non ti consiglio di continuare un corso se a lungo andare continua ad esserci qualcosa che non va, soprattutto se questo qualcosa che non va ha influssi negativi sui tuoi risultati e sulla tua motivazione. Ricorda che non sei più a scuola, qui nessuno ti obbliga a fare niente.
Imparare una lingua BENE è un percorso difficile e lungo di per sé; renderlo ancora più penoso e cercare di finire un corso solo perché ormai lo hai pagato, perché non ti piace lasciare le cose a metà, è questione di principio e coerenza con se stessi e bla bla bla, è totalmente controproducente.
L’anno dopo, invece di proseguire entusiasta col secondo livello, a meno che quella lingua non sia fondamentale per la tua vita, avrai già orientato su altro i tuoi interessi e avrai, così, sprecato ogni occasione di poter imparare qualcosa di nuovo e interessante innanzitutto per te.
9. Devi lavorare anche a casa.
Già, lo so che avresti preferito che ti dicessi: “Oh no, ma vai sciallo, lavorare a casa non serve; se frequenti un corso, le ore di lezione sono sufficienti!!”. Beh, sappi che non te lo dirò mai perché è una gran balla colossale.
Devi lavorare anche a casa, punto e a capo. Non vuol dire passare il fine settimana in stato di affanno ansiogeno, come quando, da studente, il giorno prima di un esame tentavi il tutto per tutto e rimanevi sveglio a oltranza bevendo litri di caffè e nutrendoti di Acutil Fosforo, o le serate post lavoro a ripassare la differenza tra por e para in modo ossessivo-compulsivo; vuol dire prendersi un paio di minuti al giorno, una mezz’oretta ogni due giorni, fai quello che vuoi quando vuoi, basta che ti metta in testa che il lavoro deve essere costante (ma mai asfissiante), dentro e fuori dall’aula. Se frequenti il corso giusto per infarinarti un po’ e non hai grosse pretese, vedi tu come ti vuoi comportare; io, comunque, sono dell’idea che, se ci tieni davvero, dovresti sforzarti (e se ci tieni, neanche troppo) ad esercitarti con costanza e impegno indipendentemente dalla ragione che ti spinge ad affrontare questa nuova esperienza di apprendimento.
Cosa puoi fare a casa? Molto: rivedere la lezione, leggere qualche articolo, guardare film o serie TV in VO (e togli quei maledetti sottotitoli in italiano!!!), fare esercizi…davvero, scegli tu che tipo di studente vuoi essere, se preferisci scaricare un’app (se ne trovi una veramente ma veramente intelligente, dimmelo) o se, invece, preferisci carta e penna; l’importante è che tu ti muova in un senso o nell’altro, altrimenti continuerai a fare gli stessi errori e a non vedere progressi di un certo livello.
10. Corso all’estero o in Italia?
Molto dipende dal tempo e dal denaro che hai a disposizione (no, l’età o lo stato famiglia non valgono come scusanti. Quando ero a Malta tra i miei compagni di corso c’erano persone più grandi di me e addirittura un colombiano che era venuto fino a lì con la moglie e la figlioletta di 4 anni…volere è potere).
Sono ovviamente esperienze diverse. Una lingua si impara molto più velocemente in un contesto di immersione. Mi dirai che non puoi mettere in stand by la tua vita e che non hai più l’età per rischiare: non hai mai pensato che l’été prochain, invece di andare in vacanza a Mykonos o a Sharm, potresti fare due settimane di vacanza a Sevilla, New York, Nizza o dove cavolo vuoi tu, studiando la lingua al mattino e divertendoti nel tempo restante? Fatti un giro in Internet, è pieno di scuole che offrono opportunità simili…devi solo smetterla di raccontarti frottole, in fondo sei solo pigro.
Mi pare ovvio che, se l’esperienza all’estero non ti interessa, nessuno ti obbliga a farla: esistono corsi molto buoni anche a pochi km da casa tua, devi solo metterti in moto e fare fare fare.
11. Socializza, have fun e distruggi le barriere difensive!
Nessuno, né i tuoi compagni né il docente, è lì per giudicare i tuoi errori, la tua rigidità mentale, il tuo non conoscere la differenza tra complemento oggetto e di termine (e se qualcuno lo fa, hai la mia approvazione: puoi mandarlo letteralmente a quell’altro paese, hai presente?). L’insegnante DEVE essere un traghettatore di cui ti puoi fidare ciecamente e i tuoi compagni -se il livello del corso è omogeneo come dovrebbe essere per funzionare perfettamente- sono nella tua stessa barca; chiedi spiegazioni, chiarimenti, non andare a casa con la testa confusa o con dubbi solo perché non hai avuto il coraggio di parlare. Se il docente parla solo in lingua (cosa super positiva), sforzati e buttati pure tu, fregatene degli errori più o meno grossolani che farai (all’inizio ti sentirai un idiota, ma fa parte del gioco), ridi per primo delle scemenze che dirai, prenditi poco sul serio e stai sereno: non sei a scuola, non ti verrà messo nessun voto né ti bocceranno. Eventuali tests servono per avere le idee più chiare sul livello della classe o per darti la possibilità di capire come stai lavorando, dove vai forte o dove, al contrario, dovresti migliorare e fare ancora esercizio.
Ridi, divertiti e rispetta sempre i tempi altrui quando non lavori individualmente: non impariamo tutti allo stesso modo, non ti spazientire se c’è chi ha bisogno di 10 minuti in più e non ti innervosire (non è una gara) se c’è qualcuno che capisce subito quando usare c’est e quando il est, mentre tu stai ancora cercando la luce nella nebbia. Non deve essere un trauma, un corso di lingua per essere proficuo deve essere un’esperienza serena e, perché no, aiutarti anche a superare quelle barriere personali che, molto spesso, ci costruiamo solo per difenderci da attacchi esterni e proteggere le nostre debolezze.

Non posso scegliere il corso al posto tuo, ma spero che questi piccoli tips ti possano comunque aiutare a fare più chiarezza e a sentirti meno perso nel mare di offerte che ti si presenteranno davanti. Se sei alla ricerca di altri consigli, clicca semplicemente sul pulsante che trovi in fondo alla pagina, potrai trovare qualche altro suggerimento sulla ricerca di materiale online per perfezionare in solitaria il tuo francese. Non ti faccio mai mancare niente!
Io sono sempre a disposizione per aiutarti a soddisfare le tue richieste, scrivimi per una chiacchierata conoscitiva; ricorda che più dettagli mi dai, più sarà facile per me creare un corso perfettamente in linea con le tue esigenze e le tue aspettative. Un mondo di possibilità è davanti a te, iniziamo a scoprirlo assieme?