In questo nuovo post ti svelerò qualche trucchetto per sopravvivere ad un colloquio di lavoro in francese: insieme analizzeremo alcune possibili domande e cercheremo di capire come rispondere nel modo più convincente e professionale possibile. E se ti sei perso i consigli per scrivere un CV e una lettera di presentazione coi fiocchi, clicca sul pulsante alla fine dell’articolo, troverai un link che ti porterà direttamente al post che fa al caso tuo, così avrai un quadro davvero completo e sarai pronto ad affrontare la tua nuova vita a testa alta!
Mi raccomando, dopo aver letto l’articolo, se ti è piaciuto, condividilo e metti mi piace alla mia pagina Facebook, sarai sempre aggiornato e potrai vedere anche tutti gli altri articoli del mio blog. Per te è davvero questione di pochi secondi, per me ogni mi piace, ogni commento significa davvero molto (significa che mi sto muovendo sulla strada giusta) e mi sprona a fare sempre meglio e condividere con te sempre più consigli e informazioni.
Ed ora partiamo con qualche consiglio generale.

1. Arriva al colloquio preparato e consapevole di quello che ti aspetta.
Solo così dominerai l’ansia, la paura della lingua (nessuna lingua, se non è stata ben addomesticata, è accogliente e materna come la lingua madre), la paura di dire cose inappropriate e di rovinare l’opportunità che ti si è presentata, ritrovandoti a rimuginare sull’accaduto per tutte le ore successive, notte compresa.
A meno che tu non faccia colazione con fette biscottate e grammi di francese, prepara prima le risposte e non sottovalutare l’aspetto linguistico, l’agitazione potrebbe avere la meglio sulla lucidità mentale. Nei giorni che precedono la data e l’ora X pensa alle possibili domande e alle possibili risposte. Scrivi quest’ultime su un foglio e falle leggere a qualcun altro, in modo da avere un parere esterno più distaccato e, per questo, più oggettivo nella valutazione del risultato; se non conosci nessuno che sappia e possa aiutarti, io sono qui proprio per fornirti tutto il sostegno di cui hai bisogno, devi solo inviarmi una mail e il gioco è fatto!
2. Non arrivare in ritardo.
Se non sai dove si trova l’azienda perché sei da poco in città e ancora non sai bene come muoverti tra le rues del quartiere, vai in ispezione il giorno prima e quando scatta l’ora fatidica fatti trovare già lì, pronto a dare il massimo e in condizioni psicofisiche stabili: la puntualità è sinonimo non solo di professionalità e capacità organizzativa, ma anche di rispetto.
3. Controlla l’ansia e la paura.
Trasformale in adrenalina ed energia positiva, vedrai che lingua e cervello si scioglieranno e troveranno in pochi secondi la strada che li porta ad incontrarsi!
Parla lentamente e mantieni un tono il più calmo e rilassato possibile, ti sarà più facile ragionare e ci saranno meno problemi di comprensione tra te e il recruteur, oltre che garantirti maggior controllo della lingua. Inoltre, darai a chi ti ascolta l’impressione di sentirti completamente a tuo agio e sicuro di te. Anche se stai sudando freddo e vorresti scappare dalla finestra, non darlo a vedere; sorridi, sorridi sempre, per quanto tragico possa essere il momento nessuno sta decidendo le sorti della tua vita giocando a scacchi…
4. Dai modo all’intervistatore di conoscerti e cerca di capire sempre chi hai di fronte.
Solo conoscendoti il recruteur potrà effettivamente capire cos’hai da offrire all’azienda: parla delle tue esperienze professionali e accademiche e dei successi ottenuti, stabilisci delle connessioni tra le esperienze, le conoscenze e la persona che sei. E, per favore, non ti vantare eccessivamente dei tuoi successi… non è certo questa l’occasione per comportarsi da bambini spocchiosi e arroganti, non ti pare?
Attento anche a non monopolizzare la conversazione, ok l’entusiasmo, ma non eccedere e non divagare troppo, rispetta sempre i turni di parola. E se dovessi accorgerti di essere protagonista di una specie di Truman Show o dovessi avere l’impressione che il recruteur utilizza dei giochetti per testare la tua capacità di relazionarti con le persone o cose simili, fai finta di niente e ricorda che per capire una persona ci vuole molto di più di qualche trucchetto da psicologia da bar. É un’esperienza che ho vissuto direttamente sulla mia pelle e ti posso assicurare che non è sempre piacevole rendersi conto che, probabilmente, chi sta facendo il colloquio sta giocando al “piccolo psicologo”.
5. Impara ad usare la lingua a tuo favore.
Evita di usare troppi tecnicismi. Uno, non sei ad un esame universitario dove più sai meglio è. Due, magari chi hai di fronte passa le sue giornate ad esaminare CV e ad occuparsi del personale ma non ha conoscenze tecniche approfondite dell’ambito professionale in cui si muove l’azienda. Tre, sciorinare termini complicati su termini complicati può giocare a tuo sfavore: senza volerlo potresti dare l’idea di avere più esperienza teorica che pratica del settore.
Tieni a bada i tic linguistici. Tutti noi ne abbiamo e in alcune situazioni di particolare tensione e stress tendiamo pure ad abusarne. Nel caso specifico del francese mi riferisco a HEU, VOILÁ, TOUT À FAIT, C’EST À DIRE QUE e altre espressioni che, se ripetute più e più volte, tolgono fluidità e chiarezza al discorso. Per questa ragione ti consiglio di imparare a controllarle il più possibile, magari allenandoti a casa davanti allo specchio: immagina di avere di fronte a te un pubblico ed inizia a parlare, evitando di aggrapparti a questi salvagenti linguistici ogni volta che puoi. Questo esercizio ti aiuterà anche ad arricchire il tuo vocabolario.
Bandite anche parole dalla connotazione negativa come PROBLÈME, DIFFICILE, DIFFICULTÉ, PETIT(E) e termini troppo vaghi (ON, TROP, UN PEU, BEAUCOUP, QUELQUE, UN CERTAIN NOMBRE DE, PLUSIEURS): riportare i fatti in modo preciso e vedere sempre (o almeno provare a vedere) il bicchiere mezzo pieno e mai solo mezzo vuoto ti aiuterà a dare il giusto peso ad ogni esperienza del tuo vissuto. Se eri a capo di una squadra di 3 persone perché mettere l’accento sul fatto che erano poche e sminuire, con un solo aggettivo, la portata del tuo lavoro? Sei comunque riuscito a tener testa ad altre 3 persone e a farle lavorare come una squadra… ti pare poco? Pertanto, invece di dire j’ai dirigé une petite équipe, fatti furbo e racconta come stavano realmente le cose (j’ai dirigé une équipe de 3 personnes). Allo stesso modo, se ti sei trovato a gestire da solo una situazione particolarmente delicata, perché limitarti a dire cette situation a été difficile à gérer quando puoi dipingerla come una sfida professionale, che ti ha messo di fronte a te stesso e alle tue capacità (cette situation a été une véritable challenge pour moi, mais je l’ai surmontée grâce à ma persévérance, à ma réactivité et à la collaboration de mes collègues)?
Non devi avere né paura ad esporti né paura di peccare di falsa modestia: non si tratta di essere dei falsi modesti, ma semplicemente di dire le cose effettivamente come stanno. Ricorda che stai vendendo te stesso, per cui è importante che tu possa giocare bene tutte le tue carte e che tu sia sempre fiero e convinto delle tue scelte precedenti, del tuo vissuto e del professionista -e della persona- che sei diventato grazie proprio alla strada che hai scelto di percorrere – e a quelle che avresti potuto percorrere ma che hai scelto di abbandonare-. Per questo stesso motivo ti consiglio di non dire mai niente che possa ritorcertisi contro o che abbia l’aspetto di un’opinione che non hai nessuna intenzione di rivedere o attenuare, trasmettendo un’idea di te statica, poco disponibile alla collaborazione e per nulla incline ai cambiamenti:
Je n’aimas pas ce métier.
Cela, je ne le connais pas.
Je n’ai pas beaucoup d’expérience dans ce domaine, mais je ne crois pas qu’elle soit nécessaire dans votre entreprise.
Anche se il lavoro che hai fatto non ti è piaciuto, anche se davvero non sai nulla di processi di fusione, non lo dire esplicitamente e dimostrati pronto a metterti in gioco, ad imparare ed ad affrontare con un’attitudine positiva le nuove sfide professionali:
Ce métier-ci a été important pour mon parcours professionnel, car j’ai eu la possibilité de développer de nouvelles compétences et de découvrir un secteur que je ne connaissais pas.
Je pense que ce poste est ma chance de développer mes connaissances dans le domaine de…
I piagnoni, le persone che si lamentano troppo, che non dimostrano voglia di cambiare, cadere e rialzarsi, convincono assai poco. È un mondo crudele e selettivo, lo so, ma non per questo devi sentirti un perdente in partenza: ognuno di noi ha qualcosa da dare e molto di valido da tirar fuori, basta solo saperlo dimostrare imparando a raccontare i fatti facendo risaltare solo il meglio di noi.
Sei pronto a iniziare un corso in spagnolo o francese con me?Fammi sapere di cosa hai bisogno e saprò indicarti lo strumento a te più adatto.
Entretien d’embauche: le domande più frequenti.
Lo so che sto per dire una banalità, ma non posso evitare di essere pedante, chiamala, se vuoi, deformazione professionale: se vuoi trovare lavoro in un Paese straniero, accertati che il tuo livello di lingua sia eccelso e che vada ben oltre livello soglia della sopravvivenza. Se non lo è, corri ai ripari, contattami e inizia un corso pensato su misura per te, non è mai troppo tardi per rimediare alle proprie mancanze.
Nel frattempo, prendi carta e penna e annota le parole della lista qui sotto; si tratta di verbi e sostantivi che potresti trovarti a leggere o ad utilizzare mentre cerchi lavoro o affronti un entretien d’embauche (hai notato come tutto suoni tremendamente chic in francese?). E poi continua a leggere l’articolo, il meglio deve ancora venire… parola di lupetto!
- Adresser sa candidature = inviare la propria candidatura
- Chercher un poste / un emploi = cercare un posto / un lavoro
- Embaucher = assumere
- Envoyer son dossier = inviare la propria documentazione
- Être diplômé(e) en = essere diplomato / laureato in
- Faire un stage = fare uno stage (ti prego, se mi vuoi un po’ di bene, pronuncialo alla francese e no come “palco” in inglese)
- L’apprentissage = apprendistato
- L’employeur = datore di lavoro
- L’employé(e) = impiegato
- La demande d’emploi = domanda di lavoro
- La fiche de paye = busta paga
- La fonction = mansione
- La mission = incarico temporaneo
- La qualification = qualifica
- La rémunération = retribuzione
- Le débouché = sbocco
- Le demandeur d’emploi = persona che cerca lavoro
- Le professionnel = professionista
- Le profil = profilo
- Le recrutement = selezione del personale
- Le salaire = salario, paga
- Les ressources humaines = risorse umane
- Recruter = selezionare
- Réussir un examen / concours = superare un esame / concorso
1. Parlez-moi de vous.
É la classica domanda che l’intervistatore fa per rompere il ghiaccio e per farti sentire il più possibile a tuo agio (magari bastasse così poco, ma grazie comunque per il tentativo…). L’errore che tendiamo a fare tutti è iniziare a parlare dei propri studi e delle proprie esperienze professionali, ripetendo a memoria il CV; in realtà questa domanda, proprio perché finalizzata a creare un po’ di feeling tra le parti coinvolte, vorrebbe che tu rispondessi parlando di te, svelando chi sei, raccontandoti non soltanto come papabile candidato, ma soprattutto come persona con degli interessi e delle ambizioni. Nessuno ti impedisce di raccontare qualcosa sui tuoi studi, ma ricordati che il recruteur ha il tuo CV davanti agli occhi e, semplicemente scorrendolo, può scoprire che ti sei laureato nel 2010. Stupiscilo raccontandogli qualcosa che non può trovare da solo, aggiungi dettagli e aneddoti inediti.
2. Que savez- vous de notre entreprise?
La veille del colloquio vai in Internet e curiosa nel sito dell’azienda per farti un’idea di chi sono, dei prodotti che offrono e del loro impatto sul mercato. Oggi reperire informazioni è facilissimo, basta un click: se ti fai trovare impreparato, non sei giustificabile e pagherai il prezzo di questa leggerezza. Se davvero ti interessa lavorare per un’azienda piuttosto che un’altra, non puoi non conoscerne gli aspetti fondamentali.
3. Parlez-moi de votre formation.
Questa domanda permette al recruteur di ficcanasare tra le tue conoscenze per farsi un’idea un po’ più completa di quello che puoi veramente offrire all’azienda. Non avere paura di esporti: non limitarti ad elencare le tappe del tuo percorso formativo, racconta piuttosto cosa porti con te, quello che ogni tappa del cammino ti ha insegnato. Mi raccomando, testa alta e sguardo sicuro verso l’avvenire: i tuoi studi li hai scelti tu, per cui siine fiero, ovunque ti portino.
4. Parlez-moi d’une expérience professionnelle pendant laquelle vous avez dû résoudre des problèmes ou surpasser des obstacles.
Gioca un po’ d’astuzia e scegli esperienze in cui hai avuto un ruolo primario. Se stai facendo un colloquio per una scuola, scegli una situazione attinente al settore dell’insegnamento; se lo stai facendo per un’azienda che si occupa di logistica, racconta di quella volta che hai dovuto gestire la partenza urgente della merce e così via. L’intervistatore usa questo tipo di domande per capire se sai gestire situazioni di stress, se sei in grado di lavorare in modo produttivo anche sotto pressione e se sei indipendente e intraprendente nella gestione delle problematiche legate al tuo lavoro; per farla breve, cerca di capire se annegherai in un bicchiere d’acqua gridando “al lupo, al lupo” o se saprai tirar fuori la grinta e la lucidità necessarie per affrontare anche le situazioni più complesse.
5. Que pensez-vous du travail en équipe?
In questo caso la tua libertà di manovra è ridotta al minimo, poiché dire “no, spiacente, ma proprio non mi piace” è totalmente controproducente. Non ti resta altra opzione se non rispondere che sì, certo, tu sei il re (o la regina) del lavoro di squadra: metti l’accento sulla tua adaptabilité e sulla tua capacità di relazionarti con ogni tipo di persona.
Se hai un carattere tendenzialmente autoritario e prevaricante, non dichiararlo apertamente, trasforma la realtà e gira a tuo favore anche i difetti: je suis autonome et je sais prendre mes responsabilités camufferà perfettamente la tua incapacità di perdere in un dibattito e la tua lingua biforcuta. Se, al contrario, fatichi a imporre le tue idee sugli altri e non ti senti a tuo agio a esprimere la tua opinione in presenza di sconosciuti, non dire esplicitamente j’ai du mal à imposer mes idées, je suis assez timide, ti stai autoeliminando dalla competizione: impara ad attenuare gli aspetti potenzialmente negativi (j’écoute attentivement l’opinion des autres personnes, je la respecte et j’en tiens compte dans la mesure du possible).
6. Parlez-moi de vos faiblesses et de vos points forts.
Innanzitutto, prima del colloquio, individua davvero i tuoi punti forti, imparerai a conoscerti meglio e a capire se un lavoro è davvero quello che fa al caso tuo, se può o meno valorizzarti e darti lo spazio d’espressione che meriti: non c’è nulla di peggio che trovarsi invischiati in un lavoro che non ti dà nulla perché non ti appartiene.
Dimostra di essere consapevole anche dei tuoi limiti e che stai facendo il possibile per migliorarti, ti dimostrerai dinamico, combattivo e pronto a metterti in gioco come persona e come professionista: se vai a raccontare che sei pigro, che manchi di spirito critico e che a volte tendi a seguire la corrente per non pensare troppo, ti vuoi male, non c’è altra spiegazione.
J’ai du mal à organiser ma journée et à me donner des priorités (tout me semble important), mais j’ai suis en train de travailler pour m’améliorer. En effet, j’ai acheté une agenda que j’utilise pour planifier mes journées et établir le niveau d’importance de chaque activité.
La lingua può davvero aiutarti a modulare la realtà: non si stratta di raccontare bugie, solo di cambiare prospettiva, mostrarti sotto un’altra luce e far sembrare positivo anche quello che, ad una prima occhiata superficiale, potrebbe sembrare negativo.Non lo credi possibile? Ecco alcuni esempi, cambierai idea in un batter d’occhio:
- Se sei una persona riservata, non limitarti a dire je suis réservé(e), sembra che tu stia dicendo “sono così, che vogliamo fare?”; prova, invece, a dire je suis une personne discrète et je pense que ma capacité d’écoute est nécessaire pour réussir dans ce poste, vedrai che otterrai tutto un altro effetto.
- Ami chiacchierare, devi sempre avere l’ultima parola su tutto, anche a costo di risultare invadente e bavard(e)? Piuttosto di affermare je suis extraverti(e), raccontati con dettagli e sfumature: je suis ouvert(e), disponible et franc(he), je m’intègre facilement dans une équipe, même si je ne connais personne.
- No, se ti piace che ogni cosa sia al suo posto non sei maniatique, sei un perfectionniste qui aime travailler méticuleusement.
6. Pouvez-vous me donner un exemple concret de ce que vous venez d’expliquer?
Racconta una situazione che ti sei trovato ad affrontare, spiega come l’hai risolta e i risultati ottenuti, che possono anche corrispondere con l’aver acquisito nuove conoscenze e competenze.
7. Parlez-moi de vos passions.
Evita di raccontarle proprio tutte, anche quella per i tappeti persiani, avvolgiti in un alone di mistero e certe cose tienitele per te, in fondo non sono i tuoi colleghi quelli che hai di fronte, almeno non ancora, e rivela solo passioni che ti aiutino a trasmettere un’idea positiva, dinamica e brillante di te.
8. Pouvez-vous m’indiquer vos perspectives à court moyen et long terme?
Al tuo posto non mi limiterei ad indicare delle ambizioni professionali, ma racconterei anche un progetto a breve termine e uno a lungo termine riguardanti la vita privata. Un solo consiglio: tieni a bada la fantasia e non spararle troppo grosse, fai del realismo il tuo genere preferito e cerca di raccontare qualcosa che sia almeno vagamente pertinente con la posizione per cui stai facendo il colloquio. Credo ti sia chiaro sin da ora quanto sia importante preparare questa risposta in anticipo.
9. Combien d’argent espérez-vous gagner?
Nessuno ha mai il coraggio di provare a dire la verità, a parte pochi eletti che, con la giusta dose di faccia tosta nelle vene, riescono a spiccicare qualche parola, alcuni volando troppo in alto, altri pericolosamente troppo in basso. Ma allora, come superare una domanda che sembra un trabocchetto? Molto semplice, mon cher ami. Fai una ricerca in Internet e cerca di capire quanto guadagnano le persone che occupano la posizione per cui ti sei candidato. Una volta che hai individuato il salario più basso e quello più alto, fai una media: il risultato ottenuto con i tuoi calcoli sarà il valore che più o meno indicherai tu. Concludi affermando che sei assolutamente consapevole del fatto che all’inizio guadagnerai meno, è giusto che sia così ed è parte del gioco, baby…
10. Avez-vous des questionnes à poser?
Lì su due piedi, con la testa stravolta dall’ansia e dall’adrenalina, è difficile farsi venire in mente qualcosa di sensato. Pensaci prima e cogli l’occasione per chiedere chiarimenti sulle mansioni legate alla posizione, sull’azienda stessa (in questo modo dimostrerai anche il tuo interesse verso il loro mondo), sul salario. È un tuo diritto avere una visione chiara della posizione in modo da poter prendere una decisione e valutarne i pro e i contro. A volte capita di fare un colloquio ed uscire con la sensazione che tu, in quel posto, non ci vorresti proprio lavorare…
J’aimerais savoir quand pensez-vous prendre la décision d’embaucher quelqu’un pour ce poste è un esempio di domanda lecita e sensata che potresti poser per capire più o meno quanto tempo hai a disposizione per pensarci e, eventualmente, fare altri colloqui. Se il tempo passa e nessuno si fa più sentire, alza la cornetta e chiama: tutti si meritano una risposta, positiva o negativa che sia, e il silenzio non giustifica nulla. Chiedere è lecito e rispondere è cortesia, benedetta saggezza popolare…
A proposito di educazione e cortesia. Non dimenticare che i francesi non sono gli spagnoli, ci tengono alle formalità e a mantenere un certo distacco: alla fine dell’entretien non scordarti di ringraziare (merci beaucoup de m’avoir donné la possibilité de vous rencontrer / merci pour votre temps et votre attention) e di salutare tutte le persone presenti al colloquio e – perché no – anche quelle che incontrerai uscendo dall’azienda. Ultimo consiglio: non fare troppo l’amicone, sii sorridente e cordiale, ma non oltrepassare certe barriere e non entrare nella sfera della confidenza immediata, potresti sembrare invadente.

Grazie per aver dedicato un po’ del tuo tempo alla lettura del post e… bonne chance!
Se vuoi preparare in modo più personalizzato il tuo entretien d’embauche, scrivimi in privato, organizzeremo assieme le risposte in base alle tue esperienze, troveremo i tuoi punti forti e impareremo ad usare la lingua per valorizzarti. Il francese sarà dalla tua parte! A presto sul blog con nuovi articoli e tanti altri consigli dal mondo delle lingue.