In questo nuovo post parleremo di tesi di laurea. No, non voglio spiegarti come gestire le note a pié di pagina, come organizzare la bibliografia o come inserire le citazioni, sarà il tuo stesso docente a darti queste indicazioni pratiche; il mio intento è fornirti una serie di consigli utili relativi al contenuto, alla ricerca e organizzazione del materiale e aiutarti ad arrivare preparato al momento topico della stesura. Perché primati iniziare a scrivere è fondamentale avere le idee chiare e, soprattutto, essere ben informati.

TOT PASSI VERSO LA STESURA DELLA TESI DI LAUREA

Tutto inizia dalla scelta dell’argomento che deciderai di approfondire alla fine del tuo percorso di studi. Sarebbe sempre meglio avere le idee chiare e arrivare dal docente scelto come relatore con una certa sicurezza in merito, ma se così non fosse, non ti preoccupare poiché sarà il tuo futuro relatore a suggerirti qualcosa; sappi, però, che gli stai lasciando praticamente carta bianca e che potrebbe proporti qualsiasi tipo di argomento (generalmente preponderante per un tema su cui sta investigando o un tema che fa parte de suo già costituito bagaglio di conoscenze), non ti resta che accettare il rischio.

Non sottovalutare mai l’importanza delle fasi iniziali, poiché una buona base di partenza ti sarà indispensabile per strutturare il tuo lavoro nel modo migliore possibile e puntare davvero al massimo del punteggio (e, perché no, anche ad una pubblicazione): qui non serve improvvisazione, servono costanza e precisione e maturità intellettuale. Se pensi di avere ancora le idee confuse, continua a leggere questo articolo perché sto per aiutarti a rendere più amena la strada verso la discussione!

Sei pronto a iniziare un corso in spagnolo o francese con me?Fammi sapere di cosa hai bisogno e saprò indicarti lo strumento a te più adatto.

I miei servizi
  1. Scegli bene il tuo relatore.

 

Io ho avuto la stessa relatrice sia per la laurea triennale che per quella specialistica e non mi sono mai pentita della mia scelta. Quando è arrivato il momento di terminare anche la laurea magistrale ho cercato un’alternativa a lei, ma nessuno mi convinceva davvero; mentre aspettavo di entrare a colloquio da un docente per chiedergli di poter fare la tesi con lui, è passata lei e, rinconoscendomi, mi ha chiesto se stessi aspettando di parlare con lei. Ho preso la palla al balzo e sono entrata nel suo ufficio; non avevo un’idea precisa, è stata lei a farmi una proposta, ma l’argomento era interessante e stimolante, per cui ho deciso di accettare.

  1. Approfondisci l’ambito linguistico in cui vorresti specializzarti, studia e fai pratica.

Costruisci un bagaglio terminologico-nozionistico tale da poterti muovere con autonomia e disinvoltura all’interno dell’ambito in cui hai scelto di specializzarti.

Prima di buttarmi nella traduzione giuridica ho seguito un corso di formazione online erogato dall’Università di Genova. Non sono diventata un’esperta giurista in pochi mesi, ma ho comunque avuto modo di acquisire delle conoscenze sul processo di traduzione e sulla terminologia specifica che prima non avevo. Ancora oggi il materiale e i consigli accumulati durante i mesi di corso sono i miei compagni di lavoro preferiti per la traduzione di un testo giuridico.

Questo per farti capire quanto sia importante studiare, imparare e fare pratica per acquisire consapevolezza del linguaggio specifico e delle norme strutturali che lo caratterizzano, evitando così strafalcioni, errori o scivoloni su bucce di banana facilmente evitabili con i giusti accorgimenti.

Per cui sì, caro lettore, a volte c’è una bella differenza tra un testo tradotto da un traduttore professionista e uno tradotto da un impiegato dell’azienda che parla una qualche lingua straniera ma che non ha mai tradotto niente di più complesso delle frasi di inglese delle superiori e non ha mai studiato la lingua in modo approfondito, analizzandone ogni singola caratteristica.

 

  1. Rassegnati all’evidenza, non puoi essere un tuttologo.

Ci saranno ambiti in cui ti senti più preparato e sicuro ed altri in cui fai fatica ad orientarti perché non possiedi le conoscenze basilari.

Sta a te avere l’onestà intellettuale necessaria per riconoscere (e conoscere) i tuoi limiti e ammettere a te stesso che non puoi tradurre qualsiasi tipo di testo ti si pari davanti senza un minimo di esperienza – almeno linguistica- del settore a cui il testo appartiene.

Sapresti tradurre a prima vista un trattato medico o un testo di ingegneria aereospaziale in italiano solo perché parli italiano da sempre? Io temo di no, perché in casi simili le abilità linguistiche da sole non bastano per garantire ottimi risultati professionali.

Più settoriale è l’ambito, più difficile sarà la traduzione e più alto sarà il numero di conoscenze extralinguistiche richieste.

Se vuoi davvero cimentarti con una traduzione di letteratura scientifica ed ottenere risultati ineccepibili, documentati, accumula pratica ed esperienza, impara più che puoi, cerca di inserirti nel settore e creati qualche conoscenza che possa soccorrerti nel momento del bisogno.

Ricorda che consegnando un lavoro mediocre, chi gioca a perdere sei tu.

Hai ragione, è giusto mettersi in gioco, ma bisogna anche essere consapevoli di quello che si è davvero capaci di fare.

 

  1. Ad ogni termine tecnico ne corrisponde uno e uno solo. 

Di fronte ad un termine tecnico la perifrasi è assolutamente bandita, in quanto la corrispondenza lessicale è sempre e solo univoca e simmetrica.

“Tenuta meccanica” in inglese è mechanical seal, “guarnizione” in spagnolo è junta, “ghiera” in francese è bague e così via.

Non si tratta di trovare la sfumatura perfetta per interpretare al meglio il significato o trasmettere il sottile doppio senso dell’autore, ma di trovare il corretto corrispettivo del termine nella lingua di arrivo.

Quando traduci un testo tecnico non andare a tentativi e non ti accontentare del primo termine in cui ti imbatti su qualche dizionario online; verificane sempre la correttezza attraverso una ricerca più approfondita.

Vai su Google e scrivi mechanical seal” traduzione ita, troverai dei testi in cui il termine appare in contesto anche nella versione tradotta.

Con un po’ di fortuna potresti imbatterti in glossari, manuali o altra documentazione tecnica autentica di cui far tesoro: se si tratta davvero di materiale professionalmente valido, archivialo, ti sarà di aiuto anche per lavori successivi.

Più è alto il numero di risultati contenenti la traduzione del termine sotto esame, più il livello di correttezza sarà elevato. Se, al contrario, il termine che vorresti usare è presente solo in dieci testi – tre dei quali di dubbia origine-, forse è il caso che ricominci la ricerca.

Serviti di Google immagini per aiutarti a capire se il corrispettivo trovato è davvero quello giusto. Digita mechanical seal e controlla che le foto che trovi per la parola inglese mostrino lo stesso oggetto che troverai per l’italiano “tenuta meccanica”.

Uno strumento che può esserti d’aiuto nella ricerca terminologica è lo IATE (iate.europa.eu/), la banca dati terminologica della Comunità Europea. Devi solo inserire il termine che vorresti tradurre, scegliere l’accoppiata di lingue che ti interessa e cercare, il sistema ti offrirà tutta una serie di risultati.

Ma mi raccomando! Occhio vigile, spirito critico, intraprendenza e prova del nove non devono mancare mai: accertati sempre che il termine trovato corrisponda davvero a quello che cerchi. Si tratta pur sempre di uno strumento di ricerca, non dell’espressione della veritas assoluta e indiscussa.

 

  1. La pazienza è la virtù non solo dei forti ma anche di chi traduce. 

Se ti trovi di fronte ad un termine non tecnico, per il quale non esiste solo un unico corrispettivo possibile, che ti mette in difficoltà perché non sai come tradurlo, non trovi nessun suggerimento valido o non riesci a scegliere tra tutte le opzioni in cui ti sei imbattuto, fai un bel respiro profondo, non farti prendere dal panico e leggi il prossimo suggerimento.

A mente lucida opta per il corrispettivo più semplice, più generico e meno specifico, così da essere certo che nessuna sfumatura non richiesta venga aggiunta al senso del testo solo perché hai scelto un termine senza essere veramente – ma veramente – certo della sua autorevole correttezza.

Ad esempio, se devi tradurre in inglese “farsi carico dei costi” ma non trovi nulla che ti convinca al 100%, brancoli nel buio e non vedi la luce in fondo al tunnel, scegli il verbo “pagare”, dopo aver verificato che il senso generale del discorso non cambi e che non ci siano pericoli di fraintendimenti, interpretazioni non richieste o impoverimento lessicale.

Quando è possibile (e solo quando è possibile) vale la pena cercare di semplificarsi la vita.

Attento solo a non abbassare il registro linguistico del testo e controlla che la scelta più facile si adatti perfettamente all’ambito e al pubblico a cui il testo si rivolge.

C’è anche un’altra cosa che puoi fare per uscire dall’impasse.

Se per un termine hai trovato varie possibilità di traduzione e non hai ancora la risposta definitiva, evidenzialo e procedi con il resto della traduzione. Quando sarai più tranquillo, a traduzione ultimata e con qualche ora di distacco dal momento dell’incontro con la difficoltà, ritorna sui tuoi passi e finisci ciò che hai lasciato incompiuto, lima e perfeziona il tuo lavoro, presta attenzione al dettaglio e ricorda che ogni lingua ha le proprie regole e le proprie peculiarità, sta a te saperle riconoscere.

Se pensi di essere troppo precisino, vuol dire che stai andando nella direzione giusta.

 

  1. Inserisci i termini in un glossario personale.

 Faciliterai la ricerca e accorcerai le tempistiche lavorative.

Se ti imbatti in un termine che ti è già capitato di trovare in qualche altro documento, non dovrai fare prove del nove né cercarne disperatamente il corrispettivo corretto con la stessa enfasi con cui i cercatori d’oro cercano oro: tutto è già racchiuso lì, nel tuo glossario.

Affinché il lavoro sia davvero completo, accanto ad ogni parola indica la fonte a cui hai attinto per trovarla; in caso di dubbi saprai sempre dove tornare a guardare.

Questa tecnica può rivelarsi proficua non solo per le traduzioni ma anche per qualsiasi altra situazione lavorativa in cui sia coinvolta terminologia specifica in una seconda lingua che hai bisogno di archiviare, riutilizzare spesso e avere sempre a portata di mano.

 

  1. Prima di tradurre leggi sempre il testo dall’inizio alla fine e non prendere iniziative personali. 

Una prima lettura completa ti permetterà di farti un’idea del tema trattato e delle difficoltà che incontrerai lungo il tuo cammino.

Non fare né più né meno di quello che ti viene richiesto e mantieniti neutrale e distaccato nel tuo rapporto con il testo. Non sei un commentatore o un critico, sei un traduttore. Se vuoi avere piena libertà in un testo, scrivine uno tutto tuo!

Divieto assoluto di alterare la forma dell’originale, di aggiungere o togliere: no alle iniziative troppo personali. Il testo tradotto deve essere uguale all’originale nello stile, nel contenuto e nella forma; ne è copia fedele, non una seconda edizione da te personalmente rivisitata.

Al contrario, sentiti libero di segnalare eventuali errori, chiedere chiarimenti e delucidazioni o trasformare ed esplicitare la struttura di una frase –senza alternarne il significato, mi raccomando! -, nel caso in cui qualche ritocchino si riveli necessario per rendere il testo fruibile anche nella lingua di arrivo.

Se l’originale è un documento Word, puoi lavorare direttamente nello stesso file; così facendo, non corri il rischio di alterarne la forma o commettere errori di copiatura delle informazioni e dei dati sensibili che vanno semplicemente riportati.

Qualora tu debba tradurre solo una parte del testo, serviti delle parentesi quadre – […] – per mettere in evidenza la parte che non ti è stato chiesto di tradurre.

Inoltre, non tradurre in italiano eventuali termini stranieri, lasciali esattamente come li hai trovati all’interno dell’originale.

Preoccupati che il registro linguistico che adotti sia lo stesso del testo di partenza e che sia adatto al contesto e al pubblico ai quali il testo si rivolge. In un testo giuridico spagnolo al posto di además puoi usare otrosí, ma lo stesso non vale in un libretto di istruzioni di una lavatrice, poiché otrosí risulterebbe fuori contesto. Capisci cosa voglio dire?

 

  1. Usa i C.A.T. Tools con criterio.

 Non è mia intenzione impedirti di usare e conoscere questi strumenti di traduzione assistita, voglio solo far uscire dalla tua testa l’idea che possano svolgere il lavoro per te.

C.A.T. è una sigla che sta per Computer Aided Translation. Sono programmi per computer, non cervelli umani, che traducono riconoscendo la sequenza terminologica come parte del loro database. Per questo motivo, sono perfetti per assisterti nella traduzione di testi caratterizzati da un alto grado di ripetitività, come certi libretti di istruzioni.

In tutti gli altri casi assicurati che la traduzione ottenuta sia la miglior soluzione per il contesto in cui ti muovi, consapevole che non puoi fare cieco affidamento sul C.A.T. Tool e magari bere un moscow mule mentre il programma lavora al posto tuo.

Sii sempre soggetto pensante e sottoponi a revisione tutto quello che il programma ti propone, perché quello con capacità critica sei tu.

Se vuoi farti un’idea di come lavorano questi strumenti di supporto al lavoro umano, fatti un giro in Internet. I più famosi sono SDL, Trados e Wordfast.

 

  1. Traduci preferibilmente verso la tua lingua madre. 

Nel tuo caso l’italiano è la lingua target, mentre il tedesco, lo spagnolo o il portoghese sono la lingua sorgente.

Tuttavia, se la tua conoscenza della seconda lingua (e pure della prima…) è davvero molto alta; se lavori con criterio, dedizione e massima serietà; se ti preoccupi che ogni termine sia al posto giusto al momento giusto; se hai esperienza; se non strafai e non pecchi di malsana presunzione; se hai delle eccellenti basi linguistiche e culturali; se sai usare con maestria dizionari, glossari e tutte le risorse che Internet può offrirti… se sei tutto questo, mi assumo la responsabilità di quello che sto per dirti e ti dico che potresti tradurre anche verso una lingua che non è la tua lingua madre.

Se ne hai l’occasione ed il tempo e vuoi essere più che sicuro della correttezza del tuo lavoro, sottoponi la traduzione alla revisione di una persona con un eccellente bagaglio linguistico che sappia darti le giuste indicazioni, apportare migliorie e correggere eventuali errori.

Assolutamente vietato tradurre verso una lingua diversa dalla madrelingua se non hai nessuna delle caratteristiche di cui sopra e non possiedi piena consapevolezza dell’ambito linguistico in cui ti muovi. 

Non improvvisarti MAI traduttore di una materia che non conosci o per una lingua che hai studiato per poco tempo o che hai imparato guardando programmi TV.

C’è chi, per un po’ di soldi in più, accetta qualsiasi cosa, convinto che quantità voglia dire qualità. Personalmente, non mi cimenterei mai in una traduzione da e verso il portoghese, lingua che ho studiato per un anno all’università e che non ho mai più avuto l’occasione di approfondire. Certo, posso fare la turista a Lisbona, ma non posso fare il traduttore. Si chiama onestà intellettuale e credo ce ne sia bisogno per salvaguardare una professione già abbastanza bistratta e sottovalutata e per rispettare chi davvero ha gli skills giusti per poterlo fare con professionalità.

 

  1. Se ti vengono date delle scadenze, rispettale.

Rispettare le scadenze è senza dubbio, in ogni lavoro, sinonimo di professionalità.

Ma attenzione! Non basta aver terminato in tempo il lavoro per essere professionali, bisogna anche accertarsi che il lavoro consegnato non sia sommario e frettoloso.

Prenditi il tuo tempo, leggi e rileggi il testo – magari a distanza di ore o il giorno dopo, a seconda del tempo che hai a disposizione- e lavora in assoluta tranquillità, dove nessuno possa disturbarti, nel modo più efficiente ed efficace possibile.

 

  1. Rimanere fedele al testo originale non vuol per forza dire tradurre letteralmente.

Significa fare il possibile per trasmettere il messaggio originale senza sbavature, incongruenze o ambiguità curandone la forma, lo stile e la correttezza, consapevole del fatto che esistono casi in cui tradurre parola per parola complica inutilmente la comprensione del testo.

Come già ti ho spiegato prima è possibile che tu debba rivoltare una frase come un calzino per renderne al meglio il significato nella lingua di arrivo. Questo, però, non equivale mai a stravolgerne la forma a tal punto da storpiarne il significato.

Tieni presente che più le due lingue e le due culture sono diverse, più ti sarà difficile trovare elementi in comune. È proprio qui che il ruolo del traduttore diventa indispensabile, quando i giochi si fanno duri e nessun programma di traduzione assistita e nessuna conoscenza linguistica superficiale e approssimata sono sufficienti per ottenere risultati professionalmente validi.

Quando non si tratta di termini strettamente tecnici, al fine di migliorare l’espressione della lingua di partenza nel testo di arrivo, accetta i compromessi linguistici, come le perifrasi o le note a margine: sono l’unico strumento che possiedi per trovare la soluzione più soddisfacente e far sì che il testo tradotto non risulti incomprensibile nel contesto di arrivo.

Spero che questo articolo sia stato utile per capire le regole base del mondo della traduzione. Tornerò presto su questo tema con un post sulla traduzione giuridica.

Se non sei sicuro che la traduzione che hai concluso sia davvero soddisfacente o se hai bisogno di tradurre un testo ma non sai a chi rivolgerti, contattami e verrò in tuo soccorso! Inviami il testo da tradurre o la traduzione che vorresti revisionare, insieme troveremo la soluzione perfetta e otterremo risultati professionalmente ineccepibili.

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